Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

INCENERITORE: cosa è, come funziona?

Ecoballe

Gli abitanti dei quartieri di Mirafiori nord e di Mirafiori sud, negli ultimi anni avranno sicuramente sentito parlare di inceneritori ed in particolare di quello del Gerbido, in fase di ultimazione.

Polemiche e comitati contro la sua realizzazione ne hanno accompagnato il cammino in questi anni. Ma mi chiedo: quanti sono coloro che hanno ben chiaro come funziona ed in particolare quali sono i costi e gli eventuali benefici?

Un inceneritore (o termovalorizzatore) è un impianto industriale di incenerimento, per combustione, dei rifiuti. E’ essenzialmente composto da un grande forno all’interno del quale vengono bruciati i rifiuti.

Quali rifiuti vengono bruciati? In generale si tratta di CDR (Combustibile Derivato dai Rifiuti), che viene ottenuto dal trattamento di rifiuti solidi urbani, trasformati in ecoballe.

Ecoballe

La combustione avviene, a volte anche con utilizzo di gas metano, il quale serve ad innalzare la temperatura  nel caso il CDR non abbia sufficienti caratteristiche di potere calorifico; il calore che viene prodotto porta a vaporizzazione l’acqua in circolazione in una caldaia posta a valle del forno, ed il vapore così generato a sua volta aziona  una turbina che trasforma l’energia termica in energia elettrica, oppure si utilizza l’energia termica semplicemente per riscaldamento.
L’inceneritore o termovalorizzatore è quindi un impianto molto semplice, che utilizza come combustibile i rifiuti (CDR), con due obiettivi:
eliminarli e produrre energia con il calore prodotto dalla loro stessa combustione.

Detto in questi termini sembra tutto semplice e privo di problematiche, ma il termine “termovalorizzatore” però, spesso utilizzato, è in realtà inappropriato, oltre che fuorviante. Il motivo principale è che il rendimento della cosiddetta valorizzazione del rifiuto, e cioè la quantità energetica ricavabile dal processo di combustione dei rifiuti, è di molto inferiore al rendimento di qualsiasi centrale elettrica tradizionale, e anche perchè l’intero processo di incenerimento (dalla raccolta allo smaltimento delle ceneri di scarto) consuma molta più energia di quanta ne occorrerebbe. Viene da obiettare chiedendosi se non era più conveniente valorizzare il rifiuto con il riuso (raccolta differenziata, trattamento e riciclo), cosa però non semplice viste le percentuali ad oggi non proprio esaltanti specie nelle grandi città, con qualche eccezione come ad esempio Torino.

Ma quello che viene maggiormente sostenuto da coloro che avversano la tecnologia degli inceneritori o termovalorizzatori, è che è indubbiamente vero che producono anche energia, ma le caratteristiche peculiari di un inceneritore restano pur sempre la combustione, con il conseguente teorico rilascio in atmosfera di inquinanti sottilissimi e dannosi alla salute, e la produzione di ceneri di scarto che, è bene ricordarlo, rappresentano in peso il 30% del rifiuto in ingresso bruciato.

Schema di funzionamento

Questo praticamente significa che comunque, al termine del processo di incenerimento, i rifiuti in entrata vengono eliminati solo per il 70% del loro volume, creando quindi un ulteriore problema, quello dello smaltimento delle ceneri stesse.

Per quanto riguarda le emissioni inquinanti, questi impianti sono comunque dotati di sistemi di controllo che dovrebbero garantirne un rilascio ridotto, anche se permangono dei dubbi sull’effettiva efficacia della misurazione di tale impatto, poichè le altissime temperature (anche superiori ai 1.000°) utilizzate nel processo di combustione producono nanoparticelle finissime che potrebbero in teoria sfuggire al controllo. E qui ci si divide tra coloro che, consapevoli del fatto che non si può restare passivi davanti all’enorme problema dei rifiuti urbani sempre più difficili da gestire (vedi Napoli), discariche sempre più difficili da trovare (effetto NIMBY), ma confidando in questa tecnologia per risolvere in parte questo problema ed invece tra tutti coloro che, diffidando dei controlli e di sicurezze fittizie, ritengono che la raccolta differenziata sia la soluzione più rispettosa dell’ambiente ed economicamente più conveniente.

Angelo Tacconi

loris@vicini.to.it