Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Mercato immobiliare – Crisi sì, ma…

Nei giorni scorsi sono stati pubblicati alcuni dati preoccupanti sulla crisi del mercato immobiliare. Su scala nazionale si parla di una discesa dei prezzi di oltre il 5 % e non si vede un’inversione di tendenza al positivo fino al 2015.

Peggio ancora l’andamento delle vendite: nel 2012 un -28%.

Abbiamo chiesto all’agente immobiliare Luciano De Francesco, che opera in Corso Traiano con l’Agenzia Gabetti Franchising, di commentare i dati con noi.

Il mercato immobiliare segue il quadro macroeconomico nazionale: ma con alcune peculiarità. E’ una locomotiva che subisce la crisi, più che esserne protagonista. Meno esposto, ma molto più difficile da far ripartire quando cessano le condizioni negative.

E a Torino, nella nostra zona?

La discesa dei prezzi è minore a Torino rispetto ad altre città, se non altro perché i prezzi sono più bassi. In termini di compravendite, invece, la diminuzione è del 30% e più. Le cause sono note: aspetti soggettivi, come la mancanza di certezze dal punto di vista dei redditi o il semplice timore di mettersi nei debiti; ed oggettivi, cioè la scarsa disponibilità delle Banche a concedere i mutui.

Un motivo emerso di recente è la nuova normativa IMU. Chi investiva nel mattone a scopo di reddito ha sempre pagato l’ICI, tuttavia, per chi affittava in regime di convenzione, in base ai parametri fissati dal Comune, l’ICI incideva solo per l’ 1 per 1000 (ed inoltre l’imponibile IRPEF era ridotto al 70% del valore).

L’IMU non recepisce questi benefici fiscali. Inoltre i redditi catastali sono stati aumentati del 60%.

Ce n’è abbastanza per rendere il mercato del tutto statico: in particolare nei quartieri Mirafiori-Lingotto, dove il ritrarsi della Fiat e l’allontanarsi delle coppie più giovani sono ormai una tendenza consolidata.

Chi vorrebbe vendere non ha ancora accettato l’idea di dover ridurre il prezzo, chi vorrebbe acquistare è timoroso e non ancora attratto dal prezzo. Tecnicamente: offerta e domanda non si incrociano.

In questo contesto è difficile capire per quale ragione si continui a costruire: in Corso Traiano angolo Piazza Guala è in previsione un complesso che comprende una torre di 60 metri, mentre un ampio edificio poco più a sud, all’angolo con Via Settecomuni, è scarsamente abitato, almeno a giudicare dal numero di finestre illuminate di sera.

Per non parlare del nuovo quartiere che sorgerà nella zona ex Avio, con il palazzo della Regione alto 209 metri, una torre di 75 metri, 2 di 40 ed una serie di nuovi insediamenti residenziali (vedi articolo su questo stesso numero).

Quindi, qual’ è il consiglio degli esperti? Certamente i prezzi sono ancora attesi in discesa, e la situazione di contorno non incoraggia: ma l’enorme ampiezza dell’offerta potrebbe portare a dei buoni affari: di questi tempi, il prezzo lo fa chi compra.

 (Fonti: Nomisma scenario immobiliare; La Stampa; Agenzia del territorio).

Gianpaolo Nardi

gianpaolon@vicini.to.it