Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Giornata della memoria a Cento, Ferrara

 Riceviamo dai nostri “vicini” dell’Emilia Romagna e pubblichiamo

 “Quando gli ebrei di Bologna furono scacciati dal mattino alla sera dalla città, si dice in seguito alla delazione di un prelato, prima di andare via si fermarono al cimitero, scavarono e si presero i loro morti. Una legge ebraica glielo permetteva…Con i loro morti si trasferirono a Cento e vi si stabilirono.”

 L’autrice di questa rievocazione, Tiziana Galuppi, è una Centese che studia da una vita la storia degli ebrei di Cento. Quando leggi un libro, sono queste le immagini che rimangono stampate nella mente .

“Durante la seconda guerra mondiale, a Cento, un uomo certo non ebreo, aiutava alcuni ebrei a sfuggire  ai nazisti. Fu catturato dai nazisti e deportato pure lui, come molti che non erano riusciti a fuggire. Finì la guerra e lui tornò a casa. Ma non era più l’uomo che era partito.

Rimase ricoverato per lungo tempo all’ospedale e poi lo dimisero. Da bambina lo conobbi anch’io. A dire il vero tutto tutta Cento lo conosceva . Era Bruno, Bruno il giornalaio, detto l’ebreo. Aveva l’edicola in piazza e , con una bicicletta ed un grande portapacchi, portava i giornali a casa della gente. Lo prendevano in giro , specialmente i ragazzacci, quando passava sul suo mezzo gli urlavano dietro il suo nome. Alla fine tutti si erano convinti che fosse davvero ebreo.”

Se ebreo vuol dire perseguitato, beh, allora anche Bruno era ebreo.

 Bruna Nardi

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L’esistenza di una comunità giudaica nella città emiliana è documentata già nel 1390 ma è solo nel XVI secolo, quello che fu definito “secolo estense”, che la compagine ebraica vide il suo massimo splendore e prestigio sociale, dovuto specialmente al contributo del gruppo sefardita fuggito dalla Spagna. Quando il Ducato di Ferrara cadde nelle mani dello Stato Pontificio, nella città di Cento, come era già accaduto a Ferrara, la popolazione ebraica venne isolata dalla rimanente comunità di religione cristiana. Quindi, nel 1636, i rappresentanti del governo pontificio fondarono nel cuore della città il ghetto che mantenne il suo isolamento fino al 1859 resto della, quando si decise per l’abbattimento delle cancellate e i Giudei poterono finalmente esercitare gli stessi diritti pari alla popolazione italiana.

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