Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

WALTER FERRAROTTI : pedagogista e dirigente pubblico

Ferrarotti, (18-5-1935, 16-12-2007), è stato docente, pedagogista, e dirigente dei servizi educativi del Comune di Torino.
In decenni di lavoro per la Città, Ferrarotti ha lasciato un’impronta indelebile nella costruzione della sua rete di servizi educativi e assistenziali, contribuendo a farne un modello virtuoso a livello europeo. Ora la Città di Torino gli ha intitolato un giardino : l’area verde è compresa tra le vie Monfalcone, Rovereto, Negri, Osoppo e Valentino.

Ferrarotti è stato un innovatore che ha privileggiato la relazione nel metodo educativo ed è stato l’ultimo dirigente pedagogico nel Comune di Torino a progettare organizzazione del lavoro e sistema educativo.

La sua grande eredità è stata erosa, negli anni fino ad oggi, da una mentalità sempre più organizzativa e burocratica dove i dati sulla carta hanno prevalso sulla relazione educativa fino a favorire una “separazione scivolante” verso la scissione tra le tre relazioni fondamentali: educatore-bambino, bambino-famiglia, famiglia-educatore.

I motivi addotti sono sempre stati economici e di riduzione del personale, ma in fondo l’insegnamento di Ferrarotti è stato giudicato impraticabile nei tempi nuovi della scarsità di risorse.

O forse si è scelta una strada più facile perchè la relazione complessa è faticosa sia per i dirigenti che per gli educatori.

Quindi le eccellenze torinesi si sono adagiate sulle priorità di bilancio e su una mentalità burocratica, mantenendo comunque un livello di servizio educativo alto, ma spostando l’enfasi dal concetto di relazione educativa a quello di assistenza educativa.

Su questo riporto un pensiero di Ferrarrotti riportato dal suo amico Camera : “Immane il compito che spetta alla scuola e alle famiglie per tentare una alternativa educativa a questo stato di cose. Si tratta di impostare una didattica che, in una parola, avvicini i bambini alla vita. Si tratta di rifondare un linguaggio fatto di significati univoci, radicato saldamente nella concretezza delle cose e delle situazioni. Occorre che le famiglie ci siano vicine e ci capiscano. Si impone una capillare opera di formazione in servizio di tutto il personale della scuola, unito a forme di revisione dello stato giuridico del personale stesso.”

Alla sua memoria, viva e cara a molti amministratori pubblici, insegnanti, pedagogisti, educatori dei servizi educativi e assistenziali del Comune, la Città aveva già intitolato il Centro di Cultura Ludica di via Fiesole, una delle sue innumerevoli “invenzioni” pedagogiche, come pure, per esempio, le strutture educative per ragazzi con disabilità gravi, “La scuola in ospedale” ( presso l’ospedale “Regina Margherita”), “Crescere in città”, “Estate ragazzi”, “la Scuola adotta un monumento”.

Il vicepresidente vicario del Consiglio Comunale, Enzo Lavolta, ha scoperto una targa ed intitolato un giardino della circoscrizione 2, in ricordo di Walter Ferrarotti.

Alla cerimonia hanno preso parte l’assessora all’istruzione, Federica Patti, il presidente della Federazione italiana scuole materne, Redi Sante Di Pol, la preside dell’Istituto superiore Flora, Antonietta Faoro, di cui anche Ferrarotti fu a lungo preside, Pierluigi Camera, amico di un’intera vita, la nipote Virginia Fornengo, la figlia Monica Ferrarotti, e Luisa Bernardi, presidente della Circoscrizione 2.

Tra la piccola folla di bambini delle vicine scuole elementari e medie, accompagnati dai loro docenti, molti amici, la moglie di Ferrarotti, signora Ada, gli ex assessori comunali, Vinicio Lucci, Giuseppe Bracco, Paola Pozzi.

Lavolta ha ricordato il ruolo centrale del pedagogista “nella genesi del sistema torinese di servizi per l’infanzia” e, evocandone “la profonda cultura e l’immensa originalità”, ha messo in luce uno dei paradigmi fondamentali del suo pensiero e della sua modernità: l’attenzione alla relazione tra ciò che viene insegnato e la vita fuori dalla scuola. Sul punto Lavolta ha citato Ferrarotti “si tratta di accertare quanto influisca direttamente(l’insegnamento) sul vissuto extrascolastico e, alla fine del ciclo di studi, quanto gli apprendimenti servono concretamente nel mondo del lavoro”.
Una pedagogia che ha precorso i tempi, la sua – ha sintetizzato Lavolta – ed una scuola “che deve insegnare ad aprire gli occhi sul mondo”.

L’assessora Federica Patti, ex insegnante, oggi titolare delle deleghe al sistema educativo municipale, ha testimoniato della consistenza nel suo assessorato “di una grande cultura educativa, radicata fin dagli anni ’60”, ed ha auspicato il rilancio “di una nuova stagione che faccia emergere tutte le potenzialità dei servizi educativi”.
Redi Sante di Pol ha messo invece l’accento sulla grande attenzione dedicata dal pedagogista alla formazione degli insegnanti, che nell’esplicare la loro creatività, diceva Ferrarotti, “non devono avere l’alibi della burocrazia”.
Antonietta Faoro ha ricordato Ferrarotti come “una luce calda, limpida, propulsiva, che apriva le intelligenze e le appassionava”. Lui, uomo di fede, ha ricordato, diceva “la scuola non produce scarti”.
Da Gianluigi Camera, compagno di scuola all’” Istituto Regina Margherita” amico di Ferrarotti sin dal 1949, è stato offerto un ricordo più intimo che ha messo in evidenza una figura di grande eclettismo culturale e creativo: l’amore per la natura, per la musica, per la poesia, l’insaziabile desiderio di esplorare il mondo: “il paradiso – diceva Ferrarotti – è una strada che non finisci mai di percorrere”.Walter-Ferrarotti

Infine la famiglia. La nipote Virginia ha letto una poesia di Ferrarotti tratta dalla sua raccolta editata col titolo “La mia vita incomincia dove finiscono le strade battute”. La figlia Monica ha testimoniato soprattutto del suo struggente amore per la natura e del legame, da Ferrarotti a lungo indagato, che essa aveva con la conoscenza di sé e l’educazione.

Ha chiuso gli interventi, prima della scopertura della targa da parte di Enzo Lavolta, la presidente della Circoscrizione. Luisa Bernardini ricordando che “la memoria è matrice del futuro”, si è detta orgogliosa del giardino e colpita dalla passione che parole e fatti della vita di Ferrarotti testimoniano, e dalla sua capacità di trasmetterli.

franco

direttore@vicini.to.it

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