Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Aiutiamo la Libreria COMUNARDI

Momenti importanti per la Libreria storica Comunardi di via Bogino 2.

Una vasta mobilitazione cittadina sta muovendosi per raccogliere fondi affinchè la libreria possa trasferirsi in altri locali, proprio accanto all’attuale sede, che richiedono però lavori di adattamento e ristrutturazione; obiettivo raggiungere i 200mila euro; tale cifra permetterebbe di scongiurare la chiusura dell’ultimo baluardo delle librerie indipendenti torinesi.

La notizia della chiusura della libreria, attiva dal 1976, una delle più antiche della città, aveva amareggiato i numerosi clienti affezionati, che nel tempo avevano apprezzato le sue peculiarità.

Un locale che, con la sua imponente metratura di 250 metri quadri, è riuscito a contenere qualcosa come 46mila volumi. soprattutto saggistica storica e politica, ma anche cinema, teatro e fumetto ed è una vera istituzione: aperta tutti i giorni (solo cinque chiusure nell’anno) fino alle 24 nei giorni feriali e alle 20 nei festivi, con una clientela “non da bestseller” e tanti eventi su temi sociali.

Al suo interno sono stati organizzati eventi culturali, presentazioni di libri, seminari, dibattiti e molto altro.

Da tempo la proprietà dei locali era intenzionata a vendere. Dopo una battaglia durata circa tre anni e una petizione che ha raccolto oltre 50mila firme, sembrava che la società Ream si fosse fatta avanti per salvare la libreria.

Infatti, inizialmente la società si era dichiarata interessata all’acquisto dell’immobile della proprietà, la Crub Holding, che avrebbe lasciato il locale alla Comunardi con un contratto d’affitto, ma poi si è ritirata dall’operazione senza dare una spiegazione.

Alla fine la proprietà ha venduto i locali a un fondo immobiliare che vi farà insediare l’ennesimo supermercato della catena “PAM local”.

«Si tratta del consueto processo di gentrificazione, che anche a Torino sta subendo un’accelerazione: chiudono le attività storiche e i centri si trasformano in una sorta di Disneyland», sottolinea Paolo Barsi, titolare della Comunardi, che quando ha aperto la libreria aveva 23 anni.

La chiusura di un’attività è quasi sempre fonte di preoccupazione e tristezza, ma quella di una libreria è molto dolorosa., perchè insieme all’attività commerciale viene a mancare un patrimonio vitale per la cultura cittadina.

La raccolta fondi è raggiungibile al link

 https://www.gofundme.com/savecomunardi

Giulia Torri

giuliat@vicini.to.it

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