Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

A riveder le stelle, di Emanuele Caruso

E quindi uscimmo a riveder le stelle (Inferno XXXIV, 139)

Con la citazione dantesca che dà il titolo al suo ultimo lavoro, Emanuele Caruso propizia il nostro passaggio dalle tenebre dentro le quali siamo immersi alla luce del cielo stellato. In che modo? Ponendo attenzione ai temi ambientali. Per favorire la nostra presa di coscienza, ha quindi realizzato un docu-film in Valgrande, ai confini tra Piemonte e Svizzera, nella provincia di Verbania. 152 km quadrati di natura selvaggia, attraversati da un gruppo di persone – tra cui gli attori Giuseppe Cederna e Maya Sansa, e l’epidemiologo Franco Berrino – i quali nel corso di sette giorni, ad agosto 2019, in totale libertà espressiva, si sono interrogati su se stessi e sul proprio stile di vita, sollevando questioni di importanza cruciale: l’uomo è un progetto o un incidente? perché riusciamo a cambiare solo quando sfioriamo la morte?
La marcia e le soste dei camminatori si alternano ad inquadrature della vita di una giovane donna, Cristina,  specchio dell’umanità ostaggio del contesto urbano: la sua immagine emerge come da vecchie diapositive, cristallizzata nel tempo, collocata in una realtà grigia invasa dal cemento, mentre le riprese della montagna hanno luminosità e colore.
L’opera, dall’intento sicuramente meritorio, è concepita come una vera e propria lettera- testamento ai posteri, da proiettare in sala tra 15, 20, 50, 100 anni, ad un pubblico che si ritroverà su un pianeta ormai distrutto. E che, guardando all’indietro, si chiederà: perchè si è arrivati a questo? Caruso prova a dare la risposta, che dovrebbe muovere nello spettatore del 2020, benchè spaurito dall’assedio del coronavirus, l’esigenza di un cambiamento immediato, per sé e per il pianeta. Prima che l’emergenza ambientale ci metta in ginocchio in modo definitivo. Avrà tale forza il suo messaggio?

A riveder le stelle è stato prodotto con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte, presente nella figura del presidente Paolo Manera alla conferenza e proiezione per la stampa dello scorso 5 marzo al Reposi (mentre il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri sull’emergenza da COVID-19 ne posticiperà l’uscita nelle sale torinesi). Girato con due iPhone e un piccolo drone alimentati ad energia rinnovabile, il film ha un’ottima resa visiva sul grande schermo: sarà il pubblico nelle prossime settimane a decretarne, invece, dal punto di vista del contenuto, l’efficacia e il contributo ad un’ auspicabile uscita dall’inferno della disattenzione al pianeta.

Con Giuseppe Cederna, Maya Sansa, Franco Berrino

Anna Scotton
annas@vicini.to.it

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