Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

“Cambiare l’acqua ai fiori” di Valérie Perrin

Se vi era piaciuto L’eleganza del riccio, il romanzo di successo con oltre due milioni di copie vendute che Muriel Barbery pubblicò nel 2006, non potete lasciarvi sfuggire la lettura di questo romanzo.

Valèrie Perrin proviene dal mondo artistico dell’immagine: per anni è stata fotografa di scena delle più importanti produzioni cinematografiche francesi, tra cui quelle del marito, il regista francese Claude Lelouch. Il suo talento nel cogliere attraverso l’obiettivo situazioni, atmosfere, emozioni le ha fatto conquistare numerosi premi. Talento che ha saputo riversare nel suo ultimo romanzo, Cambiare l’acqua ai fiori  (Edizioni e/o), opera che ci rivela la sua abilità nel cogliere i dettagli, nel saper dipingere sapientemente le scene che costituiscono lo sfondo della sua narrazione, arricchendo la storia (o meglio: le storie, perché ogni personaggio ha la propria) delineata nel libro.

La vicenda si sviluppa in Borgogna. La protagonista è una giovane donna, Violette Toussaint, che nei tratti e caratteri viene spontaneo associare alla Renée de L’eleganza del riccio, appunto, la portinaia dell’elegante palazzo di Parigi. Come lei, Violette Toussaint, in effetti, sa celare dietro un’apparente sciatteria una grande personalità e una storia piena di misteri. È una donna schiva, che ha imparato a vivere in disparte, nella vita come nelle relazioni, ma che mostra doti di profonda analisi introspettiva, tipiche di chi parla poco ma osserva con acume il mondo attorno a sé, le persone, le loro storie, con uno sguardo che va oltre l’apparenza e la superficie delle cose.

Diventerà la guardiana di un piccolo cimitero di provincia, per ironia del cognome acquisito dal marito, Toussaint, che si traduce in italiano in “Ognissanti”, un mestiere che ci è difficile immaginare, ma che conserva già di per sé un alone di mistero.

E i misteri nella storia delineata da Valérie Perrin sono più di uno: la storia si sviluppa portando in risalto l’intersecarsi di vicende tutte al femminile e tutte con uno spessore di sentimenti, di affetti e di emozioni, dipinti con una delicatezza che solo nel chiudere l’ultima pagina del libro ci si rende conto di aver attraversato.

Come un Mon Chéri, la ciliegina liquorosa si assapora al termine del libro, dopo essere stati deliziati dalla dolcezza del cioccolato: una lettura imperdibile.

Loredana Pilati

loredanap@vicini.to.it

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