Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Giovanni Battista Polledro: dalle carte alle sale

L’orchestra da camera Giovanni Battista Polledro è nata nel 2012 per iniziativa di un gruppo di appassionati torinesi riuniti con l’intento di promuovere e diffondere inedite rarità musicali: un focus speciale è ovviamente dedicato alla figura di Polledro, compositore ed ultimo grande rappresentante della scuola violinistica piemontese.

Direttore stabile della formazione è Federico Bisio, diplomato presso l’Italian Conducting Academy di Gilberto Serembe e laureato in storia medievale: e proprio da una nostra chiacchierata nascono alcuni spunti per queste righe.

Maestro Federico Bisio

L’orchestra ha quest’anno intrapreso la sua ottava stagione “A complemento del genio”, dedicata alla celebrazione di Beethoven nel suo 250mo anniversario: amici, colleghi, modelli e allievi del genio di Bonn, riuniti in una programmazione stimolante, frutto di una proposta pensata e ricercata. Momentaneamente fermati dall’emergenza sanitaria nazionale alle soglie del terzo concerto previsto per il 10 marzo (che verrà recuperato il 16 giugno al Conservatorio di Torino), i ragazzi della Polledro hanno prontamente reagito decidendo di postare ogni giorno sulla loro pagina Facebook un estratto dei loro concerti.

Approcciarsi a Polledro compositore, però, non è una scelta facile: “Il repertorio è quasi tutto manoscritto e il settore musicologico non si è ancora espresso con chiarezza. L’orchestra lavora infatti con professionisti del settore, in grado di produrre all’occorrenza edizioni pratiche da utilizzare per le esecuzioni. Il corpus del compositore contiene una sinfonia pastorale, alcuni concerti solistici, duo e trii, variazioni ed esercizi e persino un Miserere per coro e orchestra e una Missa solemnis per soli, coro e orchestra”.

Quella di Polledro è una scrittura “violinisticamente molto virtuosa, ora più paganiana, ora più vicina a Pugnani (compositore piemontese del Settecento). Le sue sinfonie sono tutte in un movimento solo, forse perché usate come introduzione ai concerti che dirigeva come konzertmeister a Dresda; al suo ritorno, Polledro curò anche una delle prime esecuzioni dell’oratorio beethoveniano Christus am Ölberge, op. 85. Anche la sua Sinfonia pastorale in do maggiore si lega a Beethoven: non tanto per l’omonima Pastoral-Sinfonie, op. 68, quanto piuttosto per il movimento di pastorale contenuto all’interno del balletto Die Geschöpfe des Prometheus, op. 43. Peraltro nel 1812, a Karlsbad (Repubblica Ceca), Polledro eseguì una sonata giovanile di Beethoven, accompagnato al pianoforte dallo stesso autore“.

Altra chicca del repertorio della Polledro è la figura del “Mozart nero” cioè Joseph Boulogne Chevalier de Saint-George, violinista e compositore francese oltre che fiorettista e fine letterato. “Erudito per formazione, Saint-George non ebbe troppi problemi ad intraprendere una florida carriera come violinista e direttore: nel 1771 fu nominato maestro del Concert des Amateurs (importantissima compagnia concertistica francese di fine ‘700) e, più tardi, divenne direttore dell’Opéra royal de Versailles sotto Luigi XVI. La parte più valutabile del suo corpus è quella delle opere per violino, molto virtuosistiche e comprendenti alcune idee tematiche che verranno riprese da Mozart nella Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra, K 364 (i due, che si erano trovati a Parigi, non si erano particolarmente piaciuti)“. Tra i compositori del primo classicismo, Saint-George ricalca lo stile di Haydn e Mozart fondendolo all’insegnamento di François-Joseph Gossec (suo maestro, compositore e violinista francese).

Quella della Polledro è insomma una realtà che crede nel sostegno alle nuove leve artistiche: dall’autorità del manoscritto e delle prime edizioni, il passaggio diretto all’orecchio attento degli ascoltatori, per un programma di fino che non può che stupire.

Matteo Gentile

matteog@vicini.to.it

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