Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Movies save the planet.


 La 23^ edizione del Festival Cinemambiente  conferma l’importanza dello sguardo del cinema sull’attuale crisi ambientale, aggravata dalla pandemia da Covid 19 che ha travolto il nostro pianeta. Una settantina di prodotti, tra medio e cortometraggi, provenienti da ventisei paesi, per la quasi totalità in anteprima italiana  passeranno fino al 4 ottobre al cinema Massimo.

Luca Mercalli, climatologo e autorevole megafono dell’ ambientalismo italiano, è il maestro di cerimonie del principale evento di cinema green in Italia e tra i più importanti nella scena internazionale, organizzato dal Museo Nazionale del Cinema e diretto da Gaetano Capizzi: alla serata di inaugurazione del 1° ottobre, Mercalli ha fatto il consueto aggiornamento sullo stato di salute del nostro Pianeta, anche in riferimento agli effetti positivi del lockdown sulla riduzione dell’inquinamento.

A seguire  l’anteprima italiana di Rebuilding Paradise,  documentario americano (2020, 95’) del regista premio Oscar Ron Howard. L’8 novembre 2018, nel Nord della California, un incendio di proporzioni immani ha ridotto in cenere la città di Paradise: case polverizzate, 85 vittime, vite di ricordi dissolte  in uno dei più devastanti incendi della storia degli Stati Uniti. La macchina da presa ha seguito, nell’arco di un anno, i momenti salienti della vita di una comunità che si è rianimata nello  spirito di unione fra i cittadini  e lavora per la ricostruzione di un nuovo “Paradiso”.

Del 2 ottobre merita una menzione il cortometraggio My Letter to the Oilman, la testimonanza toccante di Papilou, quattordicenne nigeriano che decide di scrivere una lettera alla compagnia petrolifera Shell, dagli slum della città di Yenagoa in cui  vive: a poca distanza dalla raffineria, il suolo e l’acqua vedono la presenza massiccia di petrolio, che inquina e uccide.

Il richiamo al diritto universale a vivere in un ambiente incontaminato e privo di ingiustizie anima anche il mediametraggio Street art for Sustainable Development, (Italia 2020, 35′): l’arte come mezzo di divulgazione del concetto di sostenibilità. I registi  Alessandro GenitoriElis Karakaci hanno ripreso le voci di numerosi artisti di fama internazionale che hanno illustrato sui muri della nostra città i 17 Global Goals delle Nazioni Unite. Si tratta del progetto TOward2030, promosso da Lavazza e la Città di Torino, che vede il capoluogo piemontese diventare la prima città ambasciatrice di un’iniziativa che coniuga street art e temi ambientali.

 

Il filmato è stato introdotto al Massimo dall’artista franco svizzero Saype,  uno degli esponenti  della land art più influenti al mondo, che ha posto nella cornice del Parco archeologico della Porta Palatina di Torino  un tassello del progetto Beyond Walls – Oltre i muri:  un’opera che inneggia alla solidarietà e alla fiducia tra esseri umani, realizzata con vernici biodegradabili, che durerà dai 15 ai 90 giorni, prima di essere cancellata dagli agenti atmosferici.  Ora non resta che andare a reperire sui muri cittadini gli affreschi ripresi dai registi Genitori e Karakaci, 17 testimoni del  coinvolgimento virtuoso di  pubblico e privato nell’opera di sensibilizzazione della cittadinanza  alla necessità di un rapporto equilibrato  tra ambiente, economia e società.

Anna Scotton

annas@vicini.to.it

 

Anna Scotton

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