Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Grande stagione di tennis a Torino

Si comincia con le Nitto ATP Finals.

Nitto (Nitto Denko Co.), scopriamo ora, è una multinazionale che produce materiali e componenti per una gran varietà di applicazioni industriali. Ma per noi, a Torino, è il prime sponsor a cui dobbiamo le Nitto ATP Finals, conclusione e climax del tour ATP annuale.

Rendiamo grazie. Per la prima volta nella storia del tennis potremo vedere qui i migliori otto giocatori di singolare e di doppio del momento. Ed è un momento magico: per la prima volta nella storia abbiamo 2 giocatori italiani nei primi dieci della classifica ATP, con la fondata aspettativa che entrambi saranno in tabellone.

La formula si presenta come torneo Masters, insomma una Superlega (!), con una fase di qualificazione, in cui tutti incontrano tutti (round-robin), ed una ad eliminazione diretta a cui accedono i 4 meglio piazzati. Per inciso, Batman e Robin non c’entrano. (robin deriva da nastro, qualcosa come circuito). Partecipano i giocatori che hanno raccolto più punti nei tornei ATP dell’anno.

I protagonisti sono davvero i migliori del momento: fuori Federer, acciaccato, per il quale noi tutti rivolgiamo preghiere per un pronto rientro, fuori Nadal autoescluso, fuori i bombardieri dal servizio costantemente e noiosamente ai 230 all’ora, ingiocabile, sarà un privilegio, insieme a Djokovic, poter apprezzare gli idoli del momento: Medvedev, Titsipas, Zverev, Rublev. Potenza e qualità. E Berrettini e Sinner.

Ma se Berrettini è aritmeticamente qualificato, Sinner si è complicato la qualificazione con la sconfitta a Parigi contro un avversario al quale ha solo potuto fare i complimenti, ed ora i suoi inseguitori sono lì. Ultima chance, il torneo di Stoccolma. Fra i concorrenti diretti nella “Race to Torino” (Hubert Hurkacz, Cameron Norris e Casper Ruud), al momento Hurkacz è favorito e per la classifica non conta che Sinner abbia sconfitto il norvegese Ruud nei quarti di finale del torneo di Vienna; e l’aria sconfortata dello scandinavo in quell’occasione ci era sembrata rassicurante, come tifosi italiani.

Jannick è stato attardato nella sua rincorsa dalla sconfitta da parte di Frances Tiafoe nelle semifinali di Vienna: una sconfitta viziata da un comportamento “politicamente scorretto” dell’americano, che ha disputato l’ultima parte dell’incontro con un atteggiamento istrionico e strafottente, sparando tre volte addosso all’avversario, (non che sia vietato dal regolamento, ma “non si fa” neppure negli assatanati incontri di club: prendersi una palla in un occhio è roba da perderlo) e ritardando sistematicamente il servizio per riprendere fiato, il che è, sì, vietato.

Tutto molto utile per creare la giusta atmosfera di cattiveria sportiva per la Coppa Davis in cui l’Italia incontrerà gli USA. Ma questa è un’altra storia. Un’altra bella storia.

E c’è il doppio. Nel tabellone non figurano coppie storiche (i gemelli Bryan si sono ritirati nel 2020 ponendo fine al loro mito), ma qualche specialista è lì, come il fratello maggiore di Andy Murray, Jamie (quello che a inizio carriera sembrava essere il più bravo dei due); inoltre Herbert/Mahut è la coppia  titolare nella Coppa Davies francese, e in corsa per un posto nel doppio c’è ancora Simone Bolelli con il brasiliano Bruno Soares.

Ogni sessione prevede 2 incontri, un doppio ed un singolare.

Dal 14 al 21 Novembre a Torino, Pala Alpitour.

Nitto Title sponsor. Host Partner Intesa San Paolo

Gianpaolo Nardi

gianpaolon@vicini.to.it

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