
Che il mondo sarà sommerso dalla plastica e dall’immondizia i pessimisti lo predicono già da un po’.
Insieme alle siccità, le inondazioni, i terremoti e i maremoti, da mettere in conto c’è la possibilità di finire seppelliti dagli scarti, poco romantico ma molto distopico che fa molto trendy, magari con una crosta di parmigiano a soffocarci nell’ultimo anelito.
In una zona torinese nota per la movida ci comunicano che “le isole ecologiche sono un flop”.
Direi che già il nome mi aveva creato qualche incertezza: mi suonava un po’ velleitario e un po’ troppo lontano dalla realtà reale che è assai diversa da quella virtuale.
Riportano i giornali che l’azienda minimizza ma le foto dimostrano che c’è poco da minimizzare.
L’educazione del cittadino c’entra un po’, certo, ma di fronte ad un cassonetto strapieno la scelta è parcheggiare il sacchetto maleodorante accanto agli altri già parcheggiati o riportarselo in casa e mimetizzarlo tra il ficus e il cassettone della nonna.
Per i nuovi cassonetti almeno quattro mesi, assicura l’azienda, quindi gli avanzi di zampone e gli imballi del panettone, mi raccomando, sotto il tappeto.
Giulia Torri
giuliat@vicini.to.it
Lascia un commento