“A volte la tua gioia è la fonte del tuo sorriso, ma spesso il tuo sorriso può essere la fonte della tua gioia.” (Thich Nhat Hanh)

 

42 Tff: il giorno di Angelina

Anche la Jolie contro la violenza sulle donne

Evento off  a sorpresa, il 24 novembre Angelina Jolie  ha presentato  il suo Without Blood insieme ad Alessandro Baricco, autore di “Senza sangue”, uscito nel 2002, da cui il film è tratto.

Ricevendo dal direttore Giulio Base il premio Stella della Mole, al suo quinto film, ha dichiarato con grazia e modestia: “ ho fatto del mio meglio per adattarmi in modo fedele alla  scrittura originale di Baricco”. La mail dell’attrice, ricorda lo scrittore torinese, oltre ad averlo sbalordito come se gliel’avesse inviata Jessica Rabbit, “era di tale comprensione, dolcezza e  intelligenza che la conservo come una delle lettere più belle che ho ricevuto in vita mia”.

Incontrarsi a Los Angeles, nella villa  che era appartenuta a Cecil B. DeMille, il regista e produttore che ha inventato Hollywood, e mangiare un piatto di spaghetti  cucinati da Angelina (“ho fatto cibo italiano per una sceneggiatura italiana”) ha siglato il sodalizio per il film.

L’opera si avvale della  performance sorprendente dei protagonisti, in particolare Salma Hayek, merito dell’atteggiamento rispettoso della Jolie nei confronti del testo: “ogni membro del cast ha studiato il libro, in  ogni parola, così abbiamo tutti cercato di entrare nella  mente dell’autore. Tutto questo è stato un regalo per noi, il viaggio che  ha  fatto fare a tutti, facendoci porre personalmente molte delle domande che il libro pone” ha precisato.

La storia punta a presentare la complessità dell’essere umano, scisso tra bene e male, e per il quale nutrire benevolenza. “Il film è un gesto molto coraggioso perché il libro è composto in due parti: la prima ha una costruzione cinematografica di suo, ma la seconda sono due persone che parlano al tavolo di un bar e questo avrebbe fermato qualsiasi regista.” A dispetto della difficoltà,  Baricco si è riconosciuto in ogni inquadratura, provando un’emozione  “dritta e forte”. Alla domanda se sia vero che, soprattutto in questa seconda parte della sua vita, ci sia particolare empatia con le sofferenze dei personaggi che interpreta (si pensi a Maria Callas), “magari ritrovando il sapore di certe sue ferite”, l’attrice sembra effettivamente palare di sé: “ho scoperto che coloro che hanno sofferto di più hanno comprensione e saggezza più profonde”. Si riferisce anche ai rifugiati politici e alle loro famiglie, la cui causa l’ha vista coinvolta più volte o, alla battaglia contro la violenza domestica: ma, nelle ore a ridosso del 25 novembre, “penso di voler capire l’umanità,  all’interno del film vediamo la violenza e mi sono resa che  conto che pur venendo in misura maggiore dagli uomini, in realtà sono soprattutto questi ultimi i più vulnerabili. E’ assolutamente un dato di fatto che le donne e le ragazze sono più colpite,  è stata quasi normalizzata in tutto il mondo e produce un numero enorme di perdite.  L’obiettivo, però, è concentrarci sull’idea di proteggerci l’un l’altro vivendo insieme: quindi  è un giorno in cui si pensa alle donne, ma do il benvenuto a tutti gli uomini che si uniscono a questa discussione”.

Anna SCOTTON

annas@vicini.o.it

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