“A volte la tua gioia è la fonte del tuo sorriso, ma spesso il tuo sorriso può essere la fonte della tua gioia.” (Thich Nhat Hanh)

 

ATP Finals 4 anni dopo

Quarto anno delle ATP Finals. Forse è il momento del “sì, però”.

Sinner c’è. Accolto da una folla questuante, un autografo, un selfie, anche solo una foto dal vivo. Ma che Sinner è? Un guru, un guaritore? Ma chi sono questi fan esaltati dell’ultima ora? Di questa folla variopinta andata lì ad acclamare, sanno tutti tenere una racchetta in mano? Scusi, lei, che impugnatura usa? eastern, western o continental? Controlla il bilanciamento quando cambia l’incordatura?

Sinner taumaturgo sì, lo è: uno spettatore si sente male è lui che va a prendere la bottiglietta da far portare sulle gradinate.  (Comunque lo spettatore è stato subito soccorso dal servizio 118). Povero Sinner, diventato pure testimonial di tutto.

Sinner c’è, magari un po’ meno brillante del solito. C’è Alcaratz, lui sì meno brillante, anzi perde la prima partita, poi lo vediamo influenzato e disturbato con tanto di copertina addosso. Mangiato troppo nella cena a base di fassona e funghi (anche quella esibita e pubblicizzata)? C’è Medvedev, ma dov’è finita quella smorfia, dov’è finito lo sbadiglio dell’ incontro delle prime Finals, che sembrava dire “ragazzo devi mangiarne di pagnotte”?

E dov’è Djokovic? Che ATP Finals sono senza Nole? Sospinto oltre il 5° posto del ranking con 1300 punti in meno proprio per non aver partecipato al torneo, si sta leccando le ferite, a Belgrado, a seguire le partite di Eurolega e pensare al futuro.

Ma non era più simpatico il Sinner di 4 anni fa, quando rimanevamo col fiato sospeso appena faceva un errore; quando era Djokovic a mettersi il dito sull’orecchio rivolgendosi verso il pubblico, se era lui a tirare un sospiro di sollievo dopo aver vinto un punto combattuto ferocemente?

Nel frattempo Andrea Gaudenzi, Presidente ATP, ci informa che, se siamo fortunati, a fine contratto quinquennale attuale, forse ci sarà una staffetta Torino-Milano, così il torneo rimarrà in Italia. Immagino con quale spirito verranno effettuate le trattative, dopo l’atteggiamento del Sindaco Sala e tutto il gotha delle olimpiadi Milano-Cortina (con il prefisso Milano da bere ed il suffisso “un giro di Rolex”) sull’ipotesi di condividere impianti e costi con Torino. A Milano hanno sempre tutto quello che serve, specie i soldi, ma ultimamente si sta parlando di un aiutino dal Governo, vale a dire di noi cittadini. Il trasferimento delle ATP Finals, sarebbe nell’avveniristica Arena di Santa Giulia, zona Rogoredo, 16000 posti. Gaudenzi afferma, molto tecnico: il tennis è il quarto sport più seguito al mondo ma il golf, undicesimo per popolarità, monetizza di più. Non basta mai. Sarebbe il caso di portare Gaudenzi in galleria all’ Inalpi, magari biglietto “scarsa visibilità” a soli 250 euro (prezzi normali da 400 a 600), per rendersi conto di cosa si vede da lassù, figuriamoci in una struttura da 16000 posti. E via col golf, allora, che si vede a pianterreno.

Queste le poche cose che mi venivano in mente accompagnando una coppia di Americani in un B&B: da qui prendete il 17 e arrivate a Piazza D’Armi: ma potete anche fare una passeggiata ed arrivare a piedi. Di qua prendete la metro e 10 minuti siete in centro…

Poveri Americani, in zona Santa Giulia, Milano, vista ferrovia da un lato, e dall’altro, sporgendosi un po’, gli anelli a quadrifoglio della tangenziale. A letto presto, ragazzi.

Gianpaolo Nardi

gianpaolon@vicini.to.it

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