Sicuramente ai suoi tempi non esisteva la parola “Influencer”, ma visitando la bella Mostra a lei dedicata dai Musei Reali, Cleopatra sembra essere stata un’antesignana di questi personaggi ora così di moda.
Intrisa di cultura ellenica, sofisticata intellettuale, regina manager e donna di ampie vedute riguardo ai rapporti amorosi, influenzò le matrone romane dell’epoca con le sue acconciature coi capelli raccolti in un nodo severo che lei utilizzò per contrastare la più frivola moda alessandrina dell’epoca ed evidenziare così il suo potere regale, il diadema. Anche dopo la sua morte tutta una serie di motivi egittizzanti, molti dei quali direttamente a lei collegati, appariranno negli schemi decorativi delle case romane. Precorrendo i tempi, in un Egitto ormai ellenizzato, ma che bisognava conquistare anche con l’immagine, non esitò a imparare la lingua egiziana e le usanze di quel popolo, tra cui quella di sposarsi fra fratelli e usare, per le effigi pubbliche, l’abbigliamento egizio.
La sua figura ha esercitato fin dall’antichità un fascino incredibile, le vicende della sua vita, segnata sia da lotte politiche per il potere sia dalle sue relazioni intime con gli uomini più potenti dei tempi, ha ispirato poeti dell’antichità come Orazio e Virgilio, ma anche pittori, scultori e in tempi più recenti, il cinema.
Nella mostra troviamo gli omaggi pittorici che nel seicento e nel settecento gli fecero artisti quali Giacomo Sementi e Giovanni Lanfranco che ne immortalarono il momento della morte, in cui l’aspide morde le carni burrose di una Cleopatra molto vicina al modello femminile in voga.
L’amplificazione del personaggio avviene grazie alle notizie tramandate dallo storico greco Plutarco che nelle “Vite Parallele” ne parla come di una donna di grande intelligenza e astuzia politica, in grado di sedurre e manipolare gli uomini in vista del suo tempo.
Anche Dante ce la mostra, con un breve cenno, dissoluta vagare tra i lussuriosi e non spende una parola sulle sue doti intellettuali. Boccaccio non la tratta meglio, tacciandola di avidità e crudeltà.
Ci voleva Shakespeare per rendere in “Antonio e Cleopatra” l’immagine di una donna complessa probabilmente più vicina al vero.
Ma furono il melodramma e il cinema che ne fecero il perfetto personaggio scenico, dalla “Cleopatra” di Theda Bara, talmente sensuale ed osè che sparì subito dagli schermi, a quella patinata di Liz Taylor che con quel film sancì il suo ruolo di star Hollywoodiana e il suo tormentato rapporto con Marco Antonio/Richard Burton.
Curiosità appresa alla Mostra: “Totò e Cleopatra” precedette di pochi mesi il colossal americano nelle sale.
Il nostro Mark Antony Totò, come si dice, “Se ne fece un baffo…”.
Dal 23 Novembre 2024 al 23 Marzo 2025
09:00 – 19:00
Ingresso compreso nel biglietto dei Musei Reali
Giulia Torri
giuliat@vicini.to.it
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