Paolo Malaguti ha abituato i suoi lettori a storie che racchiudono sapientemente grande realtà e atmosfere magiche. Non fa eccezione il bellissimo “Fumana”: la storia di una “strigossa” (così venivano chiamate nella società contadina del Rovigiano le donne che potevano guarire il corpo e la mente in cambio di poco: uova o verdure o farina, ) che rimane negli occhi e nel cuore di chi legge il suo attraversare il tempo, dalla fine dell’800, alla prima guerra mondiale e alla seconda, fino al dissolversi all’arrivo dei tempi nuovi.
Fumana nasce in una notte di alluvione e nascendo perderà la madre, sarà il nonno Petrolio, rustico pescatore di anguille e tinche, a seguire la sua infanzia e via via il suo crescere fino a farsi donna. Petrolio si affida, nell’educare Fumana, al buon senso, e questo già ci porta a riscoprire la filosofia di Malaguti che spesso, nei suoi romanzi, riflette sui tempi che cambiano non sempre in meglio.
E’ una società molto basica, quella in cui cresce Fumana, ma a contraltare, c’è un forte legame che la bimba prima e la donna poi, hanno con la natura. Con la nebbia, fedele compagna di nottate intere a pesca con il nonno, (da qui il suo nome Fumana) la bimba parla e dalla nebbia attende risposte. Nella nebbia si dissolveranno le persone che ha amato, nella nebbia forse, si dissolverà anche lei.
I personaggi che attraversano la sua vita sono difficilmente dimenticabili, ognuno con il suo bagaglio di miserie e di coraggio sono funzionali a tessere l’intreccio che farà della vicenda umana della protagonista qualcosa di eccezionale, pur nella semplicità e povertà del suo svolgersi.
Il bel Luca, l’amore della vita, che tornerà da una guerra spaventosa profondamente segnato, la Lena, la guaritrice del paese che le insegnerà a fare i cappelletti e le parole magiche della guarigione, Petrolio, che dalla prua del suo sandolo le insegnerà tutto quello che c’è da sapere sulla pesca e il trattamento del pesce.
Il paese guarda con critica bonomia lo strano menage nipote/nonno, impossibilitato a capirne i meccanismi, ma il rapporto si rivelerà proficuo per entrambi, rendendo la ragazzina libera dentro e il rude pescatore addolcito da quell’inaspettata realtà femminile.
Ci sono tante verità in “Fumana”, tante chiavi di lettura in cui cercare le proprie spiegazioni sul tempo che passa, sulla forza femminile, sull’inutilità della guerra, sull’empatia umana che tutto può guarire.
Malaguti ci guida attraverso questa ricerca senza mai forzarci la mano, ma spingendoci ad usare uno sguardo affettuoso verso gli ultimi, verso quelli che faticano e a cui la vita non ha regalato nulla.
Fumana è una donna a cui vorremo bene tutti, da subito.
Fumana
di Paolo Malaguti
Einaudi, settembre 2024
Giulia Torri
giuliat@vicini.to.it
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