“A volte la tua gioia è la fonte del tuo sorriso, ma spesso il tuo sorriso può essere la fonte della tua gioia.” (Thich Nhat Hanh)

 

Giorgio De Chirico: 1924

In occasione del centenario del Surrealismo, la Fondazione Accorsi-Ometto dedica una mostra a Giorgio De Chirico, ritenuto dallo stesso Breton, precursore del suddetto movimento.

L’esposizione evidenzia l’importanza del ruolo dell’artista nella nascita e nello sviluppo della corrente artistica e chiarisce i suoi rapporti con il fondatore Breton, con il poeta francese Paul Eluard e sua moglie Gaia (poi moglie di Salvator Dalì).

Sono oltre 80 le opere in mostra, tra cui una cinquantina di dipinti e opere su carta di De Chirico, affiancate ad una ventina di ritratti degli artisti e poeti surrealisti, fotografati da Man Ray e Lee Miller. E’ inoltre esposto per la prima volta il carteggio De Chirico- Breton (1921-1925).

Il rapporto tra De Chirico e il gruppo dei Surrealisti dopo una serie di di collaborazioni si deteriorò fino ad interrompersi nel 1926 a causa delle critiche di Breton alle svolte stilistiche della pittura dell’artista che aveva abbracciato posizioni più classiciste. Infatti mentre i surrealisti ne esaltavano la pittura metafisica, il pittore italiano già meditava una virata classicheggiante, o meglio un “ritorno al mestiere”, studiando Giotto e Piero della Francesca.

In mostra le opere Lucrezia, Autoritratto con la madre, Autoritratto, che dimostrano appunto la sua conoscenza e il rispetto profondo per la pittura italiana del Quattrocento.

Soprannominato Pictor optimus grazie alla sua tecnica cristallina (il latino invece è un omaggio alla profonda cultura classica che l’artista aveva acquisito anche in virtù della sua formazione in Grecia), Giorgio de Chirico è stato artista che ha attraversato tutto il Novecento conoscendo diverse fasi: un esordio all’insegna della cultura tedesca, la prima stagione metafisica degli anni Dieci, gli anni Venti con le opere del periodo “classico”, poi di nuovo la seconda stagione metafisica tra gli anni Venti e gli anni Trenta in coincidenza con il suo secondo soggiorno a Parigi, per arrivare ai temi della tradizione affrontati fino agli anni Cinquanta e terminare la carriera con il ritorno alla metafisica.

Nel catalogo della mostra (bilingue) testi inediti di studiosi internazionali, oltre a cento riproduzioni a colori e una cospicua documentazione archivistica.

Giorgio De Chirico: 1924

Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto Via Po 55 Torino

8/11/24 02/03/25

 

Giulia Torri

giuliat@vicini.to.it

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