“A volte la tua gioia è la fonte del tuo sorriso, ma spesso il tuo sorriso può essere la fonte della tua gioia.” (Thich Nhat Hanh)

 

42 Tff: postilla finale

Calato il sipario sull’edizione 2024 del festival cinematografico torinese, parlano i numeri. Il  totale delle presenze, rispetto al 2023, passa da 35.000 a 36.700 e segna il  successo al botteghino. Gli accrediti rilasciati sono 2.039 contro i 1998 della scorsa edizione, mentre positivi sono stati anche i risultati sui social con oltre 1 milione di persone raggiunte (+57,4% rispetto al 2023), 2,3 milioni di visualizzazioni e 76.900 interazioni. Il successo è trainato da Instagram, dove l’engagement è cresciuto del 29%, le condivisioni dell’83%, e le Stories hanno avuto 906.000 impressions grazie a una daily narrative consistente.

L’accresciuto gradimento è merito dell’impegno del neodirettore dai modi gentili Giulio Base e della statuaria moglie Tiziana Rocca, potente pr della scena romana: entrambi hanno portato una ventata di glamour materializzata nella presenza nella nostra città di importanti star internazionali.Belli, famosi e premiati con la Stella della Mole, ma i divi in passerella  non hanno scosso l’understatement sabaudo: nel cortile della Cavallerizza, ad esempio, oltre al personale della stampa, appena una manciata di fan adoranti intorno alla limousine di Angelina Jolie.

L’obiettivo è riempire le sale, mentirei se dicessi il contrario”, aveva dichiarato Base, puntando a una selezione di opere che fossero un mix  di innovazione e godibilità, alla kermesse: il dato che segnala un riempimento medio delle sale in crescita dal 53% al 70% gli dà ragione. Attenzione ai problemi del nostro tempo  e sperimentazione cinematografica, carattere distintivo  del Tff, non sono mancate nella programmazione.  Successo doppio per il film premiato, Holy Rosita del  belga Wannes Destoop, che parla anche torinese: il regista aveva lavorato nel 2020 alla sceneggiatura del film con il TorinoFilmLab, il laboratorio audiovisivo organizzato dal Museo Nazionale del Cinema.

In un festival snellito (solo 120 film anziché i più di 200 dell’ultima edizione), a molti è mancato Spazio Torino, la sezione che dava accesso alle sole produzioni video piemontesi: in un’ottica di ricerca e scoperta forse questo spazio andrebbe riproposto.

Incoraggianti presenze tra  creative e giurate: da augurarsi che il numero  significativo di opere dirette da filmmaker donne e la presidenza delle giurie tutta al femminile non siano una luce effimera.

Anche il catalogo patinato e a colori ha dato una nota brillante ai pomeriggi del cinefilo torinese, non molestato quest’anno  dalle prevedibili piogge autunnali.

Buon lavoro per l’edizione 2025.  Alè.

Anna Scotton

annas@vicini.to.it

 

 

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