“La gente è affamata d’amore perché siamo troppo indaffarati, aprite i vostri cuori oggi, nel giorno del Signore risorto, e amate come non avete mai fatto” (Madre Teresa di Calcutta)

 

Bianco al femminile

Sei secoli di capolavori tessili a Palazzo Madama

  1. Dei 5000 manufatti a deposito a Palazzo Madama, la curatrice Paola Ruffino  ha  svelato al pubblico – da mercoledì 26 febbraio 2025 al 2 febbraio 2026 – una selezione di cinquanta creazioni tessili: sotto i riflettori opere del cucito che raccontano la stretta connessionemateriale e simbolica, che lega il bianco, il colore naturale della seta e del lino, alla donna. Ricami, merletti e capi d’abbigliamento confermano il binomio secolare colore bianco – mondo femminile, ed è un legame che si richiama a virtù quali purezza  e  innocenza, e che trova coronamento nel capo bianco femminile per antonomasia: l’abito da sposa.

Non è questa la sede, ovviamente, per discutere tale visione, intrecciata con la religione, la moralità e la struttura patriarcale della società,  ma riconosciamo che sono state le stesse donne spesso a prediligere il colore bianco e a prevalere nell’attività del cucito, nel corso di tutto il Medioevo e oltre. Sappiamo che i ricami colorati, quelli di paramenti sacri o degli arredi, erano al contrario anche appannaggio dei ricamatori uomini, che in epoca rinascimentale assunsero un  ruolo  fondamentale come capibottega, nella trasmissione delle tecniche e nella gestione delle commissioni per chiese, nobiltà e corti.

In ogni caso il ricamo che si sviluppa nei monasteri, come pure quello che si tramanda a livello domestico è soprattutto realizzato in bianco e resta prerogativa  femminile. Anche il merletto, che nasce nel ‘400, sia ad ago che a fuselli, è prevalentemente in lino chiaro, ed è una lavorazione che viene sviluppata soltanto dalle donne.

Può valere la pena, quindi, una puntata alla piccola ma significativa esposizione della Sala Tessuti di Palazzo Madama  che  riconosce questa costante nella storia della lavorazione delle fibre tessili. Gli oggetti sono ordinati in senso cronologico e per tipologie di lavorazione: si affronta prima il tema dei ricami, con una spettacolare vetrina di fazzoletti, mentre nella parte centrale compaiono trine e merletti. E per finire cattura lo sguardo  per la loro qualità o bellezza una selezione di capi d’abbigliamento, a partire dall’età  neoclassica fino allo “switch” di  un originale abito da sposa corto degli anni 70 del secolo scorso.

Anna SCOTTON

annas@vicini.to.it

 

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