
Siamo al 7° appuntamento di FareEco, Cascina Roccafranca.
Andiamo per ordine, cominciamo dall’ordine…inverso. E’ il significato della piramide rovesciata presentata da Giada Fenocchio, ingegnere ambientale. moderatrice di serata. La piramide parte dagli aspetti più impattanti, sul ciclo dei rifiuti, per scendere fino allo smaltimento.
La prima fase, la prevenzione, è la fase in cui non c’è ancora la produzione del rifiuto. Le altre fasi, in ordine di priorità, sono la preparazione del rifiuto, una serie di operazioni dopo le quali i rifiuti vengono avviati al riciclo, al recupero energetico, e infine appunto allo smaltimento.
“La gerarchia suggerisce l’ordine delle azioni da intraprendere per ridurre, a fine ciclo, la quantità di rifiuti”. Partendo dalle scelte di oggetti riusabili, dalla scelta di alimenti meno deperibili. al riuso degli abiti e all’ uso di abiti con fibre naturali che permettono il recupero, Infine agli AEE: elettrodomestici e simili. Per questi oggetti il suggerimento è acquistare prodotti che possano essere riparabili o ricondizionabili. Infine scegliere se possibile prodotti sfusi, con contenitori recuperabili.
Alessandro Stillo, Rete ONU, Operatori Nazionali dell’Usato propone: usiamo e riusiamo.
“Molti oggetti che ci circondano vengono usati più volte. Queste sedie, l’auto di seconda mano. Posate, arredi. Magari oggi è diventato più interessante scambiarsi cose usate chiamandole “Vintage”, “Modernariato” o le “cose della nonna”. Ma nessuno impedisce di scambiare, commerciare, acquistare oggetti usati per la nostra vita quotidiana”.
A Torino il “balon” è il simbolo di questo commercio. Ci sono venditori che vivono in quel quartiere (lo stesso Stillo). Una modifica legistativa, anni fa, aveva cancellato le autorizzazioni per questo tipo di attività che chiamavamo i “feramiu”. Ci fu una lotta per permettere la vendita del sabato, e non solo agli hobbisti ma a persone che campavano di quel commercio. “Alcune organizzazioni, tra cui Vivibalun, fondarono una associazione, Rete ONU, (Reteoni.it). Rete ONU produce ogni anno un rapporto sul commercio dell’usato. Dati, storie, direttive UE e regolamenti italiani. In Italia si commerciano circa 500.000 tonnellate di beni usati, ma si stima che altrettanto di oggetti che potrebbero essere prelevate dai rifiuti e riutilizzate”. La legislazione considera i rifiuti come qualcosa di cui ci vogliamo liberare: quindi nel momento in cui prelevo qualcosa vicino al cassonetto, sto commettendo una sottrazione, un furto nei confronti di AMIAT. Ma un rifiuto può essere riutilizzato utilmente. Questa attività, che si esercita su 500.000 tonnellate di rifiuti, dà lavoro a 100.000 persone. E fattura oltre due miliardi di euro. Questo con esclusione delle auto e dello scambio on line. La Rete, rappresenta circa 20.000 operatori. Contoterzisti che rivendono con un margine, ma senza costi per noi, che acquistiamo. Ad es. Mercatino e Mercatopoli oltre a svariate piccole realtà. E un’emanazione “Secondamanina” destinato ai bambini. Sono parte della Rete, anche Cooperative sociali che si occupano del riuso.
Curiosità: in alcuni Paesi del Sudamerica la raccolta differenziata viene fatta dai “cartoneros” raccoglitori di rifiuti che verranno riutilizzati oppure conferiti a discarica. Lavoratori, la cui utilità sociale è riconosciuta al punto che ricevono un piccolo stipendio dalle Amministrazioni.
Del riciclo parla Sergio Capelli di Legambiente.
Il riciclo è quanto residua dalla azioni che facciamo per riutilizzare. Ci sono degli obiettivi fissati per legge sulla raccolta differenziata (RD). A fronte di una raccolta differenziata del 65%, da raggiungere entro il 2035, il 55% dovrà essere riciclato. Le notizie al riguardo non sono buone: il trend del riciclo che aveva un andamento positivo, ha smesso di crescere negli ultimi anni. E il peggio è che ogni volta che si comincia a parlare di inceneritore (la Linea 4 è in previsione), la spinta allla raccolta differenziata…rallenta.
Un’avvertenza, per noi. Forse non è noto a tutti che non è solo la quantità di rifiuti trattati da prendere in considerazione, ma anche la qualità. Banalmente, “se uno sprovveduto deposita macerie nel bidone, è la riciclabilità dell’intero che ne soffre, riducendo quanto meno il vantaggio economico del trattamento”.
Ruggero Goglio della Cooperativa Arcobaleno, spiega come avviene la raccolta: convivono oggi tre modalità (stradale, Porta a Porta, Ecoisole), ciascuna con vantaggi e svantaggi. La più adottata, dove possibile, è la raccolta Porta a Porta (PaP), più puntuale anche per la tariffazione (paghi quanto hai prodotto di rifiuti) ma comporta un maggior grado di impurità causato dalla minore attenzione nel depositare.
Il riciclo è redditizio: si riciclano metalli (l’Alluminio riciclato è più conveniente economicamente di quello estratto), carta, vetro. La “Transistor srl” recupera parti di PC, condizionatori. elettrodomestici.
Dell’intero processo, lo “smaltimento” è l’ultimo passaggio, passaggio dal quale si cerca di ricavare almeno dell’energia.
Chiude gli interventi Giada Fenocchio: nell’elenco dei suggerimenti uno è sorprendente: l’uso di pannolini riciclabili. E’ una proposta, certo, da prendere…con i guanti, e per molti aspetti. Occorre avere una scorta di riciclabili per poter attivare i processi di recupero in casa; e non farsi scrupolo di alternare con quelli usa e getta. Ma si può fare, lo assicura una che ha una bimba di un anno e mezzo.
Gianpaolo Nardi
Gianpaolo,@vicni.to.it
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