
“Professore, cosa leggeva da piccolo?” domanda, l’intervistatrice. “Tutto, leggevo tutto. Quello che trovavo, che capitava”. I genitori si affannavano per trovargli libri da consumare. “Mia mamma mi portò un numero di Selezione dal Reader’s Digest” una rivista che pubblicava brani di libri in uscita” dopo un po’ mi chiede se avevo cominciato a leggere il libro. L’avevo letto tutto ma non ebbi il coraggio di dirlo”. Povera mamma: una dura lezione per noi lettori.
Il romanzo su cui ci si confrontava il 27 scorso a Cascina Roccafranca, intervistatrici Stefania Bellitti della libreria Gulliver e Stefania De Masi di Cascina Roccafranca, degno climax della Festa dei 18 anni della Cascina, è un romanzo storico. Titolo, “Romanzo Russo”. La caduta del Muro di Berlino e dell’impero sovietico ha rappresentato per gli storici una fortuna sfacciata quanto insperata. Cnn la “glasnost”, la trasparenza, l’apertura degli archivi storici statali, dove c’è davvero tutto, ha permesso ad una moltitudine di storici di accedere a quantità di documenti messi all’Indice. I documenti storici ci parlano, basta interrogarli. ”Anche io da medievalista, che non ho i personaggi da intervistare, riesco a parlare con i defunti attraverso gli scritti dell’epoca”.
Un periodo non sanguinoso ma rovinoso. Il primo tentativo di costruire un’alternativa democratica al comunismo sovietico. “Un’invidia per gli scrittori, che possono accedere a tutta una letteratura di alto livello fino a quel momento preclusa”. Ed ecco che il personaggio principale del “Romanzo Russo” è una storica. (Perché una donna? Una sfida, cimentarsi con una forma mentale femminile. Come farsi del male ed esserselo cercato). Dunque emerge il fascino dell’URSS, una somma di repubbliche con popolazioni che per un terzo sono di religione mussulmana, in uno Stato ufficialmente ateo. Diverse religioni, tra cui ebrei, sono inseriti nelle alte sfere delle istituzioni. Ed ecco che compare un crudele giudice istruttore mussulmano.
Perché un romanzo. La Storia non è commozione, né prevede il futuro. Tuttavia sapere cosa è successo è sapere che bestie siamo noi. Che forse, in quelle particolari situazioni, la nostra tendenza potrebbe essere la stessa di quei personaggi. Nel romanzo posso fare un esperimento: prendo un personaggio, una signorina per bene, la faccio sposare ad un signore anziano che la porta a vivere in provincia… e vediamo cosa succede. Mi posso anche permettere qualche incoerenza: i personaggi devono essere coerenti, ma le contraddizioni ci sono in noi stessi; insomma una certa percentuale di incoerenza la posso accettare”. I personaggi, sempre nella compulsione della sfida, sono 500: Barbero ricorda il pavimento della sua stanza ricoperto di foglietti verdi, ciscuno dedicato ad un personaggio con la sua storia, dei quali occorre far tornare i tempi, i luoghi…da rendere coerenti.
All’altro estremo c’è la poesia. La poesia è l’elemento magico-religioso. La poesia è con coloro che nel 1914 vanno in guerra per difendere la patria. Barbero cita Anna Achmatova, poetessa del periodo stalinista; marito fucilato, secondo marito e figlio imprigionati, che, a proposito di coloro che fuggivano dal Regime, scrive: “ero col mio popolo, là dove per disgrazia sono nata”.
Degna conclusione dei festeggiamenti per il 18° anno di Cascina Roccafranca, dopo la giornata di giochi per i bimbi e del “frigolibro”, dell’esibizione degli “InExcess”, coro da 100 persone sul palco, un nome un programma, e dopo la serata di cena condivisa come da tradizione nella giornata dei Vicini.
Gianpaolo Nardi
gianpaolon@vicini.to.it
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