
Torino, 20 maggio 2025 – L’immagine che compare sullo schermo è quella di Marty Feldman, ricordate? Uno strabismo inquietante accompagnato da un indecifrabile sorriso. Attore comico con una vita tormentata. Nulla di comico, quindi, nella malattia oculare tiroidea (TED -Thyroid eye disease), che porta ad avere quell’aspetto. Una patologia di particolare complessità, autoimmune, che può manifestarsi prevalentemente in concomitanza con disfunzioni tiroidee. Con l’obiettivo di fare il punto su ricerca, innovazione scientifica, organizzazione dei centri di cura territoriali, diagnosi precoce e presa in carico del paziente a livello regionale, Motore Sanità ha organizzato presso l’ Hotel NH Collection Santo Stefano un seminario con la partecipazione di importanti esponenti del comparto salute.
“Tra i sintomi più comuni, si possono osservare arrossamento e eritema dell’occhio, rigonfiamento e retrazione palpebrale, proptosi (occhio sporgente), bruciore, sensazione di corpo estraneo, visione doppia oltre a dolore e difficoltà nei movimenti oculari” ha dichiarato Maurilio Deandrea, Direttore SC Endocrinologia Diabetologia e Malattie del Metabolismo AO Ordine Mauriziano Torino e Coordinatore del Centro per le Malattie della Tiroide. Sintomi che potrebbero far sottovalutare la gravità della malattia ad un esame eseguito nei tempi ristretti dell’ambulatorio.
“Da queste manifestazioni si possono facilmente capire le gravi conseguenze sulla funzionalità degli occhi e sulle capacità visive cui può portare questa patologia e di conseguenza il significativo riflesso sulla sfera emotiva e relazionale di chi ne è affetto”. La trasformazione dell’aspetto fisico diventa un fattore che porta alla necessità di accompagnare le terapie con un supporto psicologico. Sono molti i racconti di sofferenza dei pazienti e che i sanitari curanti hanno portato a conoscenza del convegno dai sanitari curanti.
Dunque, Patologia di difficile diagnosi; diventa quindi fondamentale l’approccio multiprofessionale, integrando competenze specialistiche diverse.
“La malattia oculare tiroidea, è una patologia ove il percorso multidisciplinare è imprescindibile per garantire diagnosi precoce, gestione integrata e miglioramento della qualità di vita – ha spiegato Marco Mellano, Dirigente Medico S.C. Oculistica AO Ordine Mauriziano Torino – è una malattia infiammatoria autoimmune dell’orbita che può coinvolgere la muscolatura extraoculare, il tessuto adiposo e connettivo periorbitario. Si tratta di una condizione sistemica che richiede competenze integrate…Gli specialisti coinvolti sono molteplici. Non in ordine di importanza l’oculista, l’ortottista, l’endocrinologo, il radiologo, il medico nucleare, il chirurgo della tiroide, l’otorinolaringoiatra e/o il chirurgo maxillo faciale, e così via. I vantaggi sono quelli di una diagnosi più rapida, la riduzione di complicanze visive gravi, il miglioramento della qualità di vita, garantendo continuità assistenziale e il monitoraggio a lungo termine, ottimizzando le risorse sanitarie e riducendo ricoveri ed esami inutili”.
Fra le innovazioni, la dottoressa Tiziana Foà descrive l’Ecografia Oftalmica standardizzata che aiuta il clinico a formulare una Diagnosi Differenziale, per selezionare le diverse ipotesi diagnostiche. Ci sono nuovi farmaci: il costo è molto alto, ma in fondo le quantità di farmaci coinvolte rendono il costo meno proibitivo.
Tra gli strumenti nel campo della gestione, Zanon cita gli Ospedali Virtuali nati in USA e UK, strutture ospedaliere senza letti fisici all’interno, che si propongono di integrare servizi di plurispecialistici al domicilio, associati anche a ricoveri domiciliari.
La contropartita è che, si osserva, se l’innovazione non viene portata a tutti, non c’è innovazione.
La sintesi conclusiva, la Call to action che verrà inviata alle autorità regionali è affidata a Claudio Zanon, Direttore scientifico di Motore Sanità e moderatore:
Formare dei professionisti che sappiano affrontare diverse problematiche: creando dei punti di riferimento per tutte le parti coinvolte. Occorre poter fare riferimento anche ad una rete che possa prendere in carico un paziente che soffre di una malattia rara. Un piccolo network basato su professionisti che già esistono ed operano anche in contatto fra di loro. La proposta operativa è affidare al Mauriziano, che possiede tutte le competenze di cui si è discusso, l’incombenza di organizzare une riunione a carattere continuativo dove tutti possano associarsi. Ed infine, essere attrattivi verso dei giovani che possano apprezzare questa professionalità.
Gianpaolo Nardi
gianpaolon@vicini.to.it
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