Domenica 12 ottobre al Centro Culturale OST, via Luigi Pietracqua 9, Torino si terrà una giornata solidale per i bambini di Gaza. L’iniziativa, denominata “Los Nombres de la Libertad”, nasce in Cile, dove la folta comunità di palestinesi residenti, in collaborazione con l’Associazione “Escuelas sin fronteras” e alcuni muralisti locali, ha pitturato su un muro di una scuola di Santiago volti, disegni e nomi dei bambini palestinesi. In Italia il progetto viene ripreso dal muralista italo-cileno Hector “Mono” Carrasco, che realizzerà un murale collettivo da inviare a Gaza, come gesto di vicinanza. Sarà presente anche il Console onorario della Palestina Hani Gaber. La giornata verrà arricchita da musica, danza e arte con la partecipazione di artisti cileni, argentini e italiani: così l’arte, nel suo linguaggio universale, diventa strumento di memoria, empatia e consapevolezza.
Mono, cosa ti ha spinto a creare un murale dedicato a Gaza?
È interessante sapere che in Cile, già dai primi anni del Novecento, si è stabilita una numerosa comunità palestinese. Oggi conta circa 700.000 persone su una popolazione totale di 15 milioni di abitanti. Qualche mese fa, sulla facciata di una scuola, un muralista cileno ha realizzato insieme ai bambini un’opera di solidarietà dedicata a Gaza. In seguito, sono stato contattato per sviluppare un progetto simile incentrato sull’infanzia, ispirato a un elenco di circa quaranta bambini palestinesi, a partire dalle loro fotografie. La prima tappa sarà a Torino, il prossimo 12 ottobre.
Quali simboli o immagini hai scelto di rappresentare e perché?
A Torino il murale raffigurerà i volti di due dei 42 bambini: un maschio e una femmina. Al centro comparirà anche una colomba della pace, dipinta da me con i colori della Palestina. L’opera includerà inoltre la riproduzione di disegni realizzati da bambini di Gaza, che verranno qui riprodotti da coetanei italiani presenti e coinvolti direttamente. I soggetti di questi disegni rappresentano desideri semplici e generali — tornare a casa, mangiare un gelato, sognare di fare il medico da grandi — che accomunano tutti i bambini del mondo, ma che per quelli di Gaza restano purtroppo irraggiungibili.
Che caratteristiche ha il luogo in cui sarà dipinto il murale?
Il murale prenderà vita all’interno del centro culturale “Ost Barriera”, a Torino, su tre pareti messe a disposizione dalla struttura. Al termine del progetto realizzeremo anche un filmato, accompagnato da articoli e materiali prodotti dai media sull’evento. Tutto sarà raccolto in un sito dedicato, che documenta e valorizza le diverse iniziative di solidarietà legate a questo percorso.
L’arte pubblica può influenzare la coscienza collettiva?
Sì, l’arte pubblica ha sempre un impatto sulla coscienza collettiva: agisce nello spazio comune e parla a tutti. Nel caso di questo murale, il coinvolgimento diretto dei bambini nella sua realizzazione ha un valore ancora più forte: se mentre dipingono spieghiamo loro il senso dell’opera e la storia che c’è dietro, potranno a loro volta condividerlo con i compagni a scuola, con le famiglie, e si parlerà dei bambini di Gaza anche in altri contesti.
Cosa speri che provi o pensi chi guarderà questo murale?
Spero che questo murale diventi un mezzo per trasmettere ciò che sta accadendo nel mondo, e soprattutto per far sentire che l’opinione pubblica si sta muovendo. Vorrei che chi lo guarda percepisse la continuità con le tante manifestazioni di solidarietà portate avanti da persone consapevoli e sensibili, in ogni parte del mondo. L’arte può dare voce a chi non ce l’ha e tutti, anche solo con una pennellata in un’opera condivisa, possono sentirsi parte di un gesto di solidarietà e speranza.
Anna SCOTTON
annas@vicini.to.it
Siamo grandi estimatori di Momo che a Casale è in Monferrato ha fatto cose molto molto belle con i ragazzi delle scuole e con le istituzioni. Un sentito grazie anche a chi ha immaginato questa iniziativa.