Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Riapertura delle scuole: intervista a una studentessa di un Liceo Linguistico

Riportiamo di seguito l’intervista a una studentessa che frequenta il terzo anno di un Liceo Linguistico.

L’intervista è stata compiuta in due fasi: una prima la scorsa settimana nella quale ci è stato spiegato come è partita la scuola e la sua organizzazione fino al decreto ministeriale del 24 ottobre; una seconda questa settimana, per vedere in che modo la scuola si è organizzata potendo accogliere a scuola solo il 25% degli alunni.

Prima fase

Quando è iniziata la scuola?

Ho iniziato il 14 settembre in presenza. Siamo entrati tutti insieme e poi hanno diviso la classe in due. Noi siamo entrati di martedì; il giorno prima sono entrate le prime e le seconde, il mercoledì di nuovo le prime e dal giovedì è rientrata tutta la scuola ma un terzo della nostra classe, come di tutte, era a casa.

Come è stato ritornare a scuola? Qual è la cosa più strana che hai notato?

E’ stato tutto strano. Siamo entrati a scaglioni quindi alcuni professori prendevano una parte dei ragazzi e li portavano su e aspettavano che fossero saliti prima di far salire noi: sembrava di essere tornati al primo giorno di elementari.
Appena entrati a scuola abbiamo visto le frecce di entrata e uscita per terra che sembravano quelle dell’ospedale. Appena entrati in classe abbiamo visto che i banchi erano tutti distanziati, la cattedra era molto distante; il professore ha dovuto igienizzare la sua cattedra e il computer e ognuno di noi ha dovuto igienizzarsi le mani.

E il professore deve ripetere questo passaggio ogni volta che entra in aula?

Sì, ogni professore quando entra igienizza sia la cattedra che il computer.

Come è organizzata la didattica?

Un terzo della classe deve stare a casa mentre il resto è in presenza. Quando facciamo lezione quindi abbiamo dei compagni a casa che vengono proiettati sulla lim (lavagna interattiva multimediale) così che li possiamo vedere. Chi sta a casa non può fare né interrogazioni né verifiche, quindi le facciamo alternati.

Che impatto ha quest’organizzazione sulla didattica?

Pessimo. Dato che tutta la scuola è collegata si blocca spesso la connessione, non si sente quello che si dice. In più i ragazzi che stanno a casa sentono e vedono il professore ma non i ragazzi che sono in classe quindi non sentono i loro interventi ed è un problema in una lezione. Tra l’altro non facciamo mai un’ora intera di lezione perché quando il professore arriva in classe, ad esempio alla prima ora, deve segnare tutti gli alunni che si sono fatti misurare la febbre e quindi non avevano l’autocertificazione, deve connettersi con quelli a casa e fare l’appello e già così perdi 20 minuti; poi ci sono dei momenti in cui quelli da casa non sentono e quindi deve cercare di stargli dietro e a meno 10 deve lasciarli perché devono avere dei minuti di pausa tra una lezione e l’altra: che cosa facciamo? Molto poco. Chi è a casa la maggior parte delle volte non riesce a seguire quasi nulla.

Tu quando sei a casa non riesci a seguire bene le lezioni?

Ci provo, ci proviamo tutti perché è un problema, non seguendo si rimane tanto indietro però la maggior parte delle volte ci facciamo mandare la foto degli appunti dai compagni perché una parola la sentiamo e tre no.

A livello organizzativo: come sono organizzati l’entrata, l’uscita, l’intervallo?

Allora: entriamo a scaglioni cioè il biennio entra alle 8 mentre noi del triennio alle 9. Ogni tot di classi ha le proprie entrate e le proprie uscite. L’intervallo si fa in classe, non si esce nei corridoi: stiamo seduti nei nostri banchi e mangiamo e non ci è possibile usare nemmeno le macchinette; poi si va in bagno uno alla volta.

Non potete alzarvi nemmeno all’interno della vostra classe?

In teoria no, capita che qualcuno si alzi ma sempre con la mascherina.

Quindi c’è poca interazione; potete ad esempio prestarvi le cose tra di voi?

No, potremmo igienizzarla prima ma è talmente lunga come cosa che piuttosto uno rimane senza.

I professori li avevate tutti non appena è iniziata la scuola?

No, noi siamo stati abbastanza fortunati perché ce ne mancava solo uno ma è arrivato abbastanza tardi, a inizio ottobre.

Quindi avete già perso un po’ di lezioni.

Sì, l’abbiamo visto solo una volta. Adesso è arrivato l’orario definitivo che partirà da lunedì 26 ottobre. Dovremmo iniziare ad entrare alle 8, uscire alle 14 e fare il rientro. Ma appena l’orario è stato pronto è arrivata un’altra comunicazione e quindi anche i professori non sanno più cosa fare.

Cosa sapete dell’opzione 50 e 50?

Nulla, anche i professori non sanno praticamente nulla.

Come vai a scuola?

La maggior parte delle volte in macchina ma alcune volte mi capita di andarci in pullman.

E com’è la situazione?

Pessima ovviamente: siamo tutti attaccati, i pullman sono affollatissimi.

Secondo te a questo punto cosa servirebbe di più? Sarebbe meglio tornare tutti alla didattica a distanza? Provare a far andare alcune classi al pomeriggio o continuare così?

Non so cosa servirebbe di più. Sicuramente la situazione che c’è ora non è ottimale. Non credo sia utile nemmeno far andare alcuni al pomeriggio, da un certo punto di vista mi viene da dire che forse sarebbe meglio essere tutti a distanza perché così ognuno usa la propria connessione e dovrebbe andare meglio. Dal punto di vista psicologico però, credo che uscire di casa e andare a scuola ci dia un senso di normalità che ci fa bene in questo periodo.

Il rapporto con gli insegnanti e con i compagni è cambiato? Fate fatica a rapportarvi?

Inizialmente un po’, adesso ci stiamo abituando: il fatto di essere tutti sulla stessa barca in una situazione difficile penso ci unisca anche un po’.

Nella tua scuola ci sono casi di covid-19?

Sì, ci sono classi in quarantena tutt’ora.

Che tu sappia, la scuola è stata informata tempestivamente dall’asl?

Questo non lo so. So che una mia compagna di classe non sta venendo a scuola e sta facendo solo lezioni a distanza perché sta aspettando l’esito del tampone.

Credi che la scuola, per com’è è organizzata in questo momento, sia una delle cause per cui stanno aumentando i casi o l’aumento è indipendente dalla scuola?

La scuola all’interno è organizzata molto bene ma non appena si varca il cancello, i ragazzi non sono controllati. Proprio davanti alla scuola stessa si formano assembramenti.

Che cosa hai notato funzionare per adesso nell’organizzazione della scuola?

Il distanziamento c’è, l’igiene c’è, sicuramente la scuola è molto pulita. Io faccio tedesco e ogni tot io e il mio gruppo di compagni dobbiamo andare in un’altra aula: ogni volta prima di entrare in quell’aula dobbiamo chiamare i bidelli perché igienizzino tutto. Anche il fatto che ogni professore igienizzi la cattedra non appena arriva sicuramente aiuta. Non ci distribuiscono più schede ad esempio e se lo fanno, prima igienizzano tutto l’igienizzabile.
Quello che non funziona è la didattica mista, l’assembramento sui pullman, come si sta fuori da scuola.

Come funziona per la palestra?

Noi non l’abbiamo ancora iniziata ma altri sì. So che la fanno all’aperto perché abbiamo anche il parco del Valentino vicino a scuola.

Io sono un po’ arrabbiata come tutti del resto, perché non si sa nulla. Anche volendo manifestare, per cosa manifestiamo? Nella mia scuola è stato proposto di non andare a scuola venerdì per manifestare perché la didattica è pessima: va bene, la didattica è pessima, possiamo anche non andare a scuola, ma poi? Risolviamo qualcosa? Cosa dovremmo chiedere? Dovremmo manifestare per far cambiare qualcosa ma se neanche noi sappiamo cosa vogliamo che cambino, come facciamo?

 

Seconda fase

Cosa è cambiato con il decreto ministeriale del 24 ottobre?

Venerdì scorso ci è stato detto che il 50% della scuola doveva rimanere a casa quindi erano cambiate tutte le turnazioni per chi restava o meno a casa. Ieri invece (domenica) ci è arrivato il comunicato che tutto il triennio resterà a casa e solo il biennio andrà a scuola. I nostri professori però continuano ad andare a scuola perché devono esserci per i ragazzi del biennio.

E’ il tuo istituto che ha deciso di far stare a casa tutto il triennio o vale per tutte le scuole superiori?

Penso che le altre scuole abbiano deciso in altro modo perché ci è stato esplicitamente detto che era arrivata la comunicazione della preside. Anche perché da noi è così, ma già nella nostra succursale stanno a casa anche le seconde, proprio perché la sede è più piccola.

Come è andato il primo giorno di totale didattica a distanza?

E’ andata abbastanza bene. Ci sono stati alcuni problemi di connessione ma non quanti mi aspettassi.

Quali sono i tuoi dubbi in merito a questa nuova disposizione?

Secondo me si sta semplicemente rallentando in maniera insensata il fatto che tra un po’ resteremo tutti a casa.

 

Chiara Lionello

chiaral@vicini.to.it

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