A quarant’anni dall’uscita del primo film della saga diretta da Robert Zemeckis, il Museo Nazionale dell’Automobile ha inaugurato la mostra Ritorno al futuro. Prototipi di tempo (1/10/2025 – 11/1/2026), a cura di Gianluigi Ricuperati. Si tratta di un progetto espositivo duplice – due mostre in una, speculari e al tempo stesso connesse – che mette in dialogo due icone del design di massa: orologi e automobili, rivelandone le risonanze emotive, tecniche e simboliche.
In esposizione troviamo la leggendaria DeLorean DMC-12, disegnata da Giorgetto Giugiaro, insieme a dodici opere della serie Suspended di Anri Sala, artista visivo libanese, tra le voci più rilevanti del panorama artistico contemporaneo: dodici come il numero di ore del quadrante di un orologio, a offrire una suggestiva riflessione sulla sospensione e fluidità del tempo. Entrambi, l’artista e il designer, presenti all’inaugurazione hanno dialogato con il curatore sui temi centrali dell’iniziativa: tempo e creatività.
La mostra (presentando in teca anche due oggetti cimeli del set) celebra i 40 anni del film che ha trasformato un’automobile in icona del viaggio nel tempo; richiama il percorso storico e culturale dell’auto negli ultimi decenni, in dialogo con le arti visive e la fantascienza, e illustra la vocazione del MAUTO a intrecciare la cultura dell’automobile con altre discipline, dal design all’arte contemporanea, fino al mito e all’immaginario collettivo.
Il maestro del car design Giorgetto Giugiaro ha condiviso memorie familiari (come il ricordo del nonno affrescatore e decoratore)e l’origine della DeLorean, nata da una richiesta precisa della casa automobilistica: progettare una vettura sportiva dalle linee pulite e futuristiche, ma senza eccessi, e che non superasse i 30.000 dollari di costo.
L’intento non era di dar vita a un’auto dalle grandi prestazioni, ma a un modello sobrio e innovativo, capace di distinguersi per il design. Quella vettura, come ha sottolineato lo stesso Giugiaro, non ideata con l’ambizione di diventare un’icona, per merito della sua linea visionaria e della narrazione di Zemeckis, è stata resa immortale. In definitiva, la mostra si configura come molto più di un omaggio cinematografico: a partire da due “macchine del tempo” – l’orologio e la DeLorean – è un’occasione anche per ripensare il passato e guardare con speranza al futuro.
Anna SCOTTON
annas@vicini.to.it
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