
Sapete l’immagine del pensionando che aspetta con ansia lo scadere dell’ultimo giorno, quello in cui ci si prepara alla bicchierata con i colleghi, si decide se tramezzini o pizzette e già si ha un piede sull’aereo che ci porterà alle Canarie? Quell’importante momento in cui, salute permettendo, non si è ancora abbastanza vecchi per rincantucciarsi in poltrona e ci si sente abbastanza curiosi per trasferirsi in una casa più piccolina, magari un panorama diverso, qualche buon amico da ricontattare per il tressette?
E poi, come non detto… Sei stato troppo bravo, troppo corretto e tra i giovani allevati in ufficio, nessuno sa disbrigare le pratiche meglio di te, peccato; rimandare indietro pizzette e tramezzini, regalare il biglietto per le Canarie a un qualche nipote, chè qui, se no, l’ufficio chiude i battenti.
E poi magari ti porti sull’anima il cordoglio per lo sfracello che ti sei lasciato dietro? Non si può fare.
Ma non è un incubo da film distopico, è quando la realtà supera la fantasia e a noi non resta che ringraziare i pensionandi seri e preoccuparci seriamente per l’ufficio.
Giulia Torri
giuliat@yahoo.it
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