La Marchesa Giulia Falletti di Barolo e la sua infaticabile attività in favore delle classi più disagiate verrà ricordata venerdì 19 gennaio, alle ore 9, con una messa nella Chiesa di Santa Giulia (luogo dove riposano le spoglie mortali dei marchesi Giulia e Carlo Tancredi).
Nel pomeriggio alle ore 17, Palazzo Barolo (via della Orfane 7/a, Torino) ospiterà il primo appuntamento con “Perché loro e non io?” (Papa Francesco) “Perché loro sono dentro e io fuori?” (Giulia di Barolo).
Un ciclo di sei incontri sulle tematiche delle carceri, della vita dei detenuti nelle strutture di reclusione, delle persone che vi lavorano (operatori professionali e volontari), delle iniziative culturali e delle attività educative all’interno e all’esterno degli istituti di pena.
Sei conferenze, da gennaio a dicembre, organizzate dall’Opera Barolo in collaborazione con il settimanale diocesano “La Voce e Il Tempo” nella dimora dove i marchesi di Barolo decisero di istituire una scuola per cento bambini poveri dai due ai sei anni allo scopo di fornire ai piccoli una prima educazione morale, civile e religiosa. La casa ospitò nel tempo varie istituzioni di beneficenza. Ancor oggi l’Opera Pia Barolo, fondata il 22 settembre 1856 ha sede nel palazzo.
Il primo incontro sarà dedicato al tema della “scuola in carcere”, con la presentazione del libro “E-mail a una professoressa. Come la scuola può battere le mafie”, scritto da Marina Lomunno, caporedattore de La Voce e il Tempo e dal frate francescano Giuseppe Giunti.
Insieme agli autori interverranno monsignor Roberto Repole, arcivescovo di Torino e presidente dell’Opera Barolo, la scrittrice Margherita Oggero, Elena Lombardi Vallauri, direttore della Casa circondariale torinese «Lorusso e Cutugno», Emma Avezzù, procuratore dei Minorenni del Piemonte e della Valle d’Aosta, Monica Cristina Gallo, garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino e Arturo Soprano, presidente emerito della Corte d’Appello di Torino e membro del Consiglio d’Amministrazione dell’Opera Barolo.
L’incontro sarà moderato dal giornalista Marco Bonatti.
Le parole della dottoressa Anna Maria Poggi, consigliera dell’Opera Barolo ricordano lo stretto legame fra la benefattrice e le problematiche degli istituti di pena:
“Proprio dall’interesse per le donne detenute nelle prigioni torinesi era infatti iniziata, nel 1814, la sua attività sociale. Un impegno che l’aveva vista adoperarsi per migliorare le condizioni di vita in cui versavano le recluse al fine di ottenere per loro un trattamento più umano, che tenesse conto del rispetto dell’igiene, delle condizioni morali, con il sostegno dell’istruzione religiosa e attraverso il lavoro come mezzo indispensabile per un autentico recupero e per il ritorno nella società da persone libere”.
Giulia Torri
giuliat@yahoo.it
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