
“Voci di quartiere” è un’Iniziativa ideata da Urban Lab per favorire il dialogo, l’ascolto e lo scambio con i cittadini e le comunità locali, per inaugurare una riflessione cittadina sulla qualità della vita, degli spazi pubblici e dei servizi nei quartieri torinesi. Il lavoro di ascolto del territorio è fortemente orientato alla la costruzione del nuovo Piano Regolatore, presentato dalla Città lo scorso anno con una serie di interventi che prosegue con 10 incontri per fare il punto su cosa hanno detto i cittadini nel 2024 e per approfondire temi e luoghi con amministratori e tecnici della Città.
Gli incontri si svolgono con una modalità studiata per coinvolgere quanto più possibile i cittadini in modo diretto. Dopo un’introduzione da parte di Urban Lab, l’ Associazione nata per raccontare i processi di trasformazione di Torino e area metropolitana, viene proiettato un video interattivo in cui il pubblico può vedere il risultato di un questionario proposto loro, a cui si risponde attraverso il proprio smartphone.
Il video, spiega Chiara Lucchini di Urban Lab consiste nei risultati di una campagna di ascolto che ha coinvolto 34 quartieri, 180 km percorsi sulla “cargo bike” (foto) sulla qualità della vita, nei loro quartieri; su cosa li soddisfa e cosa è carente. Obiettivo ora è mettere a sistema quanto emerso dalle testimonianze.
Il video proposto ai partecipanti (partecipazione è la parola chiave degli incontri) riguarda i temi trattati in quell’indagine nel 2024.
- Condizioni abitative critiche
- Scarsità di servizi commerciali e carenza del commercio di prossimità
- Disponibilità limitata di servizi culturali, sportivi ed aggregativi
- Criticità nei trasporti pubblici e nella mobilità interna del quartiere
- Degrado negli spazi pubblici e mancata valorizzazione della degli spazi utilizzati
I risultati confermano la rilevanza attribuita dai cittadini a questi temi con particolare intensità per trasporti pubblici e mobilità interna.
Chiediamo a Chiara Lucchini, “Chiara, cosa c’è dietro quel video?”
“Dietro al video ci sono 34 quartieri, 500 ore di interviste “one by one” per conoscere come è la vita del quartiere circolando nelle piazze; questionari con 3000 risposte in rete per interpretare le informazioni in un contesto più ampio. Oltre alle campagne, visite guidate nei quartieri con la collaborazione di associazioni, gruppi, Patti di Collaborazione, soggetti che operano nei quartieri. Anche in modo analogico. Inoltre, insieme alle Case del quartiere, 8 incontri con dibattiti a cui hanno partecipato 30-50 persone, puntando ad un contenuto aggregato, per poter assicurare una restituzione omogenea. Con la “Casa Teatro ragazzi” sono stati organizzati degli spettacoli che ci hanno permesso di ascoltare la voce delle famiglie mentre i bambini seguivano le rappresentazioni. Volevamo uscire dai modi più tradizionali di coinvolgere i cittadini, intervistare porzioni di popolazione che difficilmente partecipa perché o non ha tempo, o non lo viene a sapere. Ora stiamo tornando nei quartieri. Il lavoro che stiamo facendo è un lavoro di validazione. A farla semplice, la domanda è: Abbiamo ascoltato bene? Abbiamo capito? Sono elementi che poi entrano a far parte del patrimonio informativo del Piano Regolatore: è importante la lettura per quanto qualitativa”.
“Di cosa avete parlato con gli abitanti?”
“Di cosa abbiamo parlato: si tratta di macro scatole, l’aspetto abitativo, spazi pubblici, mobilità e connessione. Abbiamo diviso l’indagine fra giorno e notte. La città vive 24 ore al giorno. Con un focus largo per non condizionare le risposte. E anche trasversalmente per parlare di come è la vita nella città”.
La parte di coinvolgimento prosegue, (è questo il modello), con una visita ideale ai quartieri, in questo caso Santa Rita, Mirafiori Nord, Mirafiori Sud. Il pubblico viene invitato a incollare su una mappa un bollino che identifica i luoghi per il pubblico significativi del proprio quartiere. Dove vai al ristorante, i luoghi della cultura e del tempo libero, dello sport. E i luoghi dove non vorresti passare. Sia di giorno che di notte.
L’assessore Mazzoleni richiama il significato di questo esercizio fatto nei quartieri e con i quartieri. Se vogliamo capire la visione che la città ha di se stessa, a Torino abbiamo i quartieri come elemento di prossimità. Altrove si parla al massimo di Circoscrizione.
“La Città sta cambiando. In epoca post pandemia viviamo i benefici del PNRR. Abbiamo investimenti arrivati prima del PRG, magari scelti non da noi. ma che devono funzionare adesso. Trasporto pubblico. efficientamento energetico, nuove scuole o ricostruzione di quelle esistenti. L’idea che le scuole debbano essere punti di riferimento dei cittadini. Poi Centri di aggregazione giovanile, Case del quartiere che avevano bisogno di sostegno: ancora, le biblioteche, spazi dove riconoscersi”.
Poi c’è la mobilità: il Piano anni 90 non si occupava del rapporto tra città e mobilità pubblica. Non c’era la metro, né linee come il 4. C’erano città cresciute nel vuoto. Gli spazi vuoti ora o non ci sono più o li vogliamo vuoti.
Concludendo: come si rigenera una città? Centri più sostenibili, efficienza energetica. Aree verdi più vaste senza dimenticare come le manteniamo (una dozzina di Valentini non ce li potremo permettere). Ospitalità della città: capacità di essere inclusiva: come arrivarci, e come non costare troppo.
Il cruccio di Mazzoleni ricorda un tema annoso: come si raccorda la città con gli altri comuni limitrofi? Secondo Mazzoleni la riforma delle città metropolitane è rimasta a metà: “a me il percorso dell’ovovia di Sestriere interessa un bel nulla”, ma il coordinamento con i sobborghi, quello sì serve.
Il programma prevede un incontro a tu per tu con l’Assessore o con il Presidente della Circoscrizione 2 Rolandi per chi volesse da loro qualche chiarimento.
Cosa hanno svelato le mappe farcite dai cittadini? Fra i temi, specie per alcune zone di Mirafiori Sud tutti al di sotto di Corso Unione, tra essi Orti Generali e Casa del quartiere: lo spaccio, gare notturne automobilistiche. Molti bollini neri su “dove non andresti”.
Mirafiori Nord e S. Rita lamentano strutture ciclabili spesso interrotte. Per S. Rita di notte sorprende un sentimento di nostalgia per gli anni 80: stile dei ristoranti, assenza di concerti e spettacoli. I molti spazi culturali, come il Teatro Ragazzi sono visti per lo più tematici, e si potrebbero sfruttare di più. A S. Rita tradizionalmente zona tranquilla, si segnalano alcuni atti di piccola delinquenza, Pza D’Armi è percepita come poco sicura nelle zone interne.
Appuntamento per i 5 incontri a finire, il primo il 14 nel discusso quartiere Barriera di Milano
Gianpaolo Nardi
gianpaolon@vicini.to.it
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