Se la visione è l’arte di vedere l’invisibile- per dirla con Jonathan Swift – il Museo Nazionale del Cinema di Torino dà corpo a questa intuizione.
Infatti nelle salette VR delle Mole è possibile prendere conoscenza di Visioni, il primo cortometraggio in realtà virtuale, realizzato in collaborazione con Rai Cinema Channel e l’Ambasciata d’Italia a Tunisi, presentato lo scorso 13 settembre al Museo Nazionale del Cinema, accompagnato dall’autore Omar Rashid, dall’Ambasciatore d’Italia a Tunisi Alessandro Prunas, da Domenico De Gaetano e Enzo Ghigo rispettivamente Direttore e Presidente del Museo Nazionale del Cinema di Torino e dalla presidente del Consiglio Comunale, Maria Grazia Grippo. Il video ha partecipato con successo ad un concorso tra ambasciate italiane all’estero, una delle varie attività culturali ideate per esaltare il Belpaese nel mondo, creando ponti tra consolati e paesi ospitanti. Quella della Tunisia è una storia impregnata di italianità, di “sicilianità” e, forte di questa suggestione, Omar Rashid, uno dei più autorevoli referenti per la realtà virtuale in Italia, ha illustrato la città di Tunisi a 360° nel filmato Visioni, che riporta la testimonianza di Daniel Passalacqua, italiano nato a Tunisi 96 anni fa da genitori emigrati dall’Italia. Rashid, classe 1979, di padre iracheno ma cresciuto e residente a Firenze, laurea in Fashion Studies e curioso dei nuovi modi di comunicazione, ha creato Gold AR, un’app di realtà aumentata. Realizza lavori in VR che si relazionano con il teatro, con il cinema e con il documentario e nel 2016, insieme all’attore italiano Elio Germano, ha girato No Borders VR, il primo film italiano interamente in VR, Premio MigrArti del MiBACT alla Biennale di Venezia.
Omar sviluppa i progetti VR attraverso la sua agenzia di comunicazione, Gold Enterprise, e nella nostra conversazione ci ha parlato dello stato attuale della Virtual reality, delle qualità e dei possibili sviluppi di un linguaggio ancora tutto da scrivere.
Quando e perché ti sei avvicinato alla realtà virtuale?
Io sono sempre stato appassionato di cinema. Quando ho scoperto la VR mi ci sono buttato, mi ha interessato proprio l’aspetto del “foglio bianco” qualcosa di cui si dovevano ancora scrivere le regole grammaticali.
Quali sono le sue potenzialità?
La ripresa videoimmersiva si presta particolarmente all’effetto “teletrasporto” quindi a far vivere alle persone esperienze di situazioni e luoghi diversi. In questo lavoro abbiamo esplorato Tunisi, una città fantastica, con la mediazione di Davide Passalacqua: un incontro folgorante, un secolo di vita e memorie di un italiano nato a Tunisi da genitori italiani. Più che al mondo del gaming, vedo questo nuovo linguaggio vicino al cinema, anzi al protocinema, che qui alla Mole è raccontato benissimo.
Che possibilità future intravedi?
Mi interessano le potenzialità della VR dal punto di vista cinematografico. E’ interessante il passaggio dalla semplice ripresa alla realizzazione di qualcosa di artistico, esattamente quello che è accaduto all’inizio del cinema, quando anche i fratelli Lumière si sono trovati a utilizzare un nuovo medium. Questo linguaggio può avere diversi orizzonti narrativi.
In che direzione muovi la tua ricerca artistica?
Mentre intorno c’è più attenzione all’evoluzione tecnologica del mezzo, mi interessano i contenuti che ha senso veicolare con questo linguaggio e il ruolo dello spettatore. Se nel documentario l’utente è immerso in altri luoghi, e vive avventure ed esperienze simulate in prima persona, ad esempio, con Elio Germano abbiamo fatto una rappresentazione di “Così è se vi pare “ di Pirandello, in cui lo spettatore assumeva il ruolo di protagonista. Insomma bisogna capire quale storia ha senso raccontare dall’interno, e ce ne sono tante.
Anna SCOTTON
annas@vicini.to.it
Lascia un commento