“La vera amicizia consiste nel poter rivelare all’altro la verità del cuore”

Papa Francesco

 

La donna della mansarda

Se vi piacciono i personaggi originali, quelli che hanno una natura fuori dagli schemi ma che assolvono egregiamente il loro ruolo nello schema perfetto di un giallo dalle tante possibili letture, l’ultimo titolo di Davide Longo “ La donna della mansarda” è l’ideale lettura. Qui si ritrovano i già conosciuti ed amati Corso Bramard e Arcadipane, ex commissario ed ex docente il primo, inconsolabile di una ferita antica e non rimarginabile, acuto osservatore di fatti e di moti dell’anima, e l’attuale commissario in attività, irascibile divoratore di sucai che non riesce a far pace col mondo che lo circonda. Insieme sono irresistibili. Si compensano pur nelle loro modalità di rapporto brusche e senza fronzoli.

Li attorniano una psicologa dai modi schietti e provocatori ma di rara simpatia, una giovane poliziotta madre recente in una famiglia che più arcobaleno non si può, un poliziotto ligio e incolore, che incolore a guardarlo bene non è.

E poi c’è la storia. Che come abitualmente accade con questo autore ormai classico cittadino, si dipana per le vie e i quartieri che ci sono familiari, che va a cercare materiali di indagine nei musei che rappresentano orgoglio sabaudo come il Museo Lombroso e che si spinge fino alle colline dove trova intermittente riposo l’anima dolente di Bramard.

Arcadipane intanto è alle prese con una scelta sentimentale onerosa, un trasloco affrontato senza entusiasmo in una casa che più scomoda non si può, una cane che gli riempie di peli un’auto che ha deciso di dare forfait. Ci sono tutti gli elementi per renderlo irascibile con sé stesso e gli altri. Ma questo non gli impedirà di prendersi a cuore, anche se recalcitrando molto,  il caso che Corso gli sottopone.

E il caso è avvincente. Una pittrice/scultrice famosa in città, proveniente da famiglia altolocata con pedigree artistico di gran rispetto, sparisce improvvisamente dalla scena senza lasciare tracce di sé. Sulle sue tracce un’affascinante segretaria/assistente cui non sfugge il fascinoso Corso, qualche studioso bislacco e dietro una storia che risale addirittura all’800.

Ma tutto appare come qualcosa che non è, e non è da subito evidente che bisogna cercare dove non si immagina. Sono scatole cinesi che si aprono un po’ per volta, e quando pensiamo di aver individuato il bandolo della matassa ci accorgiamo che quello sta da un’altra parte.

Ma non è questo che deve fare un buon giallo? Far agire personaggi con cui entri in sintonia da subito, farti partecipare alle loro indagini e alle loro storie come se fossero le tue, lasciarti sorpreso per gli sviluppi inaspettati, svelarti alla fine una verità che sapevi di avere sottomano ma non avevi visto.

Il tutto tifando per le vicende personali dei protagonisti, partecipando ai loro successi e alle loro delusioni  come se fossero amici di sempre.

Che altro può fare un buon libro?

 

Davide Longo
La donna della Mansarda
Einaudi 2025

 

Giulia Torri

giuliat@vicini.to.it

 

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