Nell’ambito della rassegna che si tiene periodicamente alla Miniera Culturale nella Chiesetta di Via Col di Lana, il 19 scorso si è svolto un incontro con il Sindaco Lo Russo. L’occasione è stata un omaggio a Paolo Griseri, recentemente scomparso, con la presentazione di un libro, “Periferie-Barriere nelle città” (FrancoAngeli editore, 2023), un saggio curato da Griseri con la ricercatrice Aurora Iannello. Paolo Griseri, giornalista e scrittore è stato oggetto di un commosso ricordo da parte del Vicedirettore de La Stampa Gianni Armand Pilon, collega ed amico, che di Paolo richiama “la capacità di prendere un filo e farci passare dentro storie, persone, esperienze, dialoghi”. Una mente con lo sguardo al nostro tempo ma proiettata verso il futuro.
Secondo Pilon, che si confronta con la curatrice Aurora Iannello, parlare del futuro di Torino significa come affrontare un trauma. Negli anni ‘50 ‘60 il trauma era legato all’emigrazione interna, massa di persone che cercavano la propria emancipazione e trovavano nella fabbrica il luogo dove questa si realizzava. Adesso è il trauma inverso, è un trauma legato alla deindusrializzazione.
E’ questo il tema che l’intervistatore propone al Sindaco. Non solo; a questo trauma, secondo Pilon, si aggiunge quello della demografia.
Lo Russo non condivide del tutto l’approccio.
“Abbiamo un grande comparto manifatturiero che si compone di tanti elementi. I due settori trainanti sono Automotive e Aerospazio. L’Aerospazio ha grande sviluppo, il polo di C.so Marche denuncia una quasi carenza di manodopera, a San Mauro si è instaurata una grande azienda nei satelliti” (ndr, lo Space Park).
Quella dell’Automotive è una crisi culturale e di sistema. Molte aziende si sono riconvertite. Il mercato dell’auto soffre in tutta Europa. La cessazione dell’ endotermico era stata fissata al 2035 e questo ha portato le grandi aziende europee a investire sull’elettrificazione dell’auto ed alla riconversione sull’energia pulita in vista di un cambio delle gamme. La Commissione UE, appena insediata, si sta interrogando se questo obiettivo è ancora acquisibile. Miliardi di euro poi cambi le regole del gioco”.
Siamo in concorrenza non solo con i Partners europei, ma con la Cina dove lo Stato stesso è socio delle imprese.
“Si tratta di controllare tutta la filiera dell’elettrico, dai materiali in mano alla Cina, ai componenti in cui il 90% è prodotto da Cina Corea del Sud e, in parte, Giappone. Noi ci dobbiamo inserire in questo quadro. Qui possiamo giocare una partita lavorando sul valore aggiunto del nostro territorio”.
Tutti cercano mercati, e luoghi di produzione a basso costo, è difficile trovare spazi. “Il saper fare, progettare e costruire cose che si possono esportare, il capitale umano sono cose che non ci possono portare via. Non ci saranno più le migliaia di auto al giorno ma non c’è neanche un mercato per questi numeri”
“D’altra parte”, continua il Sindaco, “noi lavoriamo sulla mobilità sostenibile: mezzi pubblici, piste ciclabili.. ” In evidente controtendenza, quindi. “Partiamo da quello che abbiamo, progettare e ingegnerizzare. Direzionare e accompagnare la transizioni. Seguire e investire. Se c’è un trauma va rielaborato, trovare una terapia”.
“Bene per la lezione sulla fabbrica” si inserisce Pilon, “…ma il punto di partenza era un altro; è certo che la città invecchia invecchiano le dinamiche che guidano le decisioni della Città e il Comune, il sindaco devono guidare queste dinamiche. Immaginare un futuro per alcune aree periferiche della città. Nel 2016 il PD perse le elezioni, una sconfitta dovuta al malessere delle periferie”.
“Se l’amministrazione insegna qualcosa”, risponde Lo Russo, “è che si deve avere la capacità di analizzare. Non possiamo guardare le cose sempre con un atteggiamento negativo. Se guardiamo alle grandi città europeee, dal punto di vista sociale, demografico, queste non sono dissimili da noi. Perché la grande città attira su di sè cose che la piccola non fa. In tutta la provincia di Cuneo non c’è una casa occupata illegalmente, a Torino diverse decine, a Roma 1 migliaio. Per fare un’analisi compiuta dobbiamo analizzare queli sono i trend della città. Abbiamo 34 % di cittadini con più di 60 anni. I minorenni sono quelli di 20 anni fa 120.000, 130.000. La demografia però è cambiata. Vent’anni fa gli stranieri erano il 3,4% oggi sono il 25%. Nel 2006 c’era il mantra degli asili nido, oggi alcuni chiudono. Oggi in Consiglio il problema di bilancio è il welfare. Come gestire le persone sole. Ma la prima lotta alla povertà la faccio con il lavoro, con la crescita. Se riesco a dare un lavoro non ho più il problema di dare un sussidio.
ATP Final non è solo lustrini e merletti; dietro l’allestimento delle ATP ci sono decine di migliaia di posti di lavoro. E c’è gente che va al ristorante e il proprietario del ristorante vicino al Comune mi dice, io stavolta non posso dirti proprio più niente. E i taxisti? Sono pur sempre risposte al disagio. Tenendo presente che io al 1° di gennaio di ogni anno, a nome vostro, pago 250 milioni di interessi di mutuo per le infrastrutture. Pur considerando che la metropolitana ce la siamo pagata noi con i nostri soldi. A debito. Ma se il sindaco avesse 250 milioni all’anno per fare manutenzioni tagliare l’erba, riparare le buche sulle strade, cosa che nessuno fa da tempo.
Noi siamo un’amministrazione che ha avuto il compito di mettere a terra i progetti del PNRR. La più grande somma, oltre 900 milioni, solo sulla città metropolitana, da sommare a quelli della Regione per la sanità. 1128 milioni, stanziati dal governo Draghi. Sono quelli con cui stiamo riqualificando Biblioteche, piscine. La Metro 2 basterà per risolvere i problemi della città? No ci sono ancora gli anziani a basso reddito e tutte le situazioni della marginalità. Le cosiddette baby gang. C’è la droga, ma c’era già quando andavo a scuola io. Prima c’era San Salvario, poi Tossic park in corso Giulio Cesare, e Lungo Stura. Una tipologia che abbiamo nelle grandi città: a Milano c’è Rogoredo. Certo, vanno contrastate. Ci sono le Forze dell’ordine, la sicurezza: ma non possiamo avere agenti ogni 150 metri. Ci sono attività di tutela umanitaria, psichiatrica. Non nego il problema. No, dobbiamo portare avanti una strategia di sviluppo, che di per sé, dal mio punto di vista è avviata verso una stagione di prosperità. Una delle piaghe dirimenti è come noi vediamo il problema dei giovani, ma i giovani migranti. Un problema strutturale. Che abbiamo avuto, abbiamo vissuto: i problemi di integrazione. Le vallette, via Artom. Noi abbiamo oggi un’emergenza che chiamerei di ceto sociale. Dare un futuro a questi ragazzi che rimangono ai margini. Difficile.
Dentro questo tema ci sono le battaglie per la cittadinanza. C’è il dibattito sullo ius scholae. La cittadinanza non risolve il problema ma certo è un veicolo di integrazione, ti senti parte di una comunità. Vedete, Trump ha vinto anche con il voto degli immigrati: perché? Perché Harris proponendo tolleranza poneva in conflitto i vecchi immigrati con possibili competitori.
La Metro come mai non parte la Metro 2?. Abbiamo accantonati 1,9 Miliardi, ma da una parte non puoi partire se non hai la copertura totale, dall’altra, a causa della crisi non bastano neppure quelli, e il commissario del Governo (Bernardino Chiaia, Politecnico) ha dovuto rimodulare il progetto e fermarlo a Porta Nuova. Se tutto gira bene apriremo i cantieri nel 25, incrociamo le dita, già immagino quando Piazza Carlo Alberto verrà chiusa e cinturata per mesi. Ma anche arrivare solo a Porta Nuova ha fatto saltare due fermate. Basta la Metro per risolvere il problema, che è di natura culturale, della parte nord della città?”
“Sì, il problema culturale, il finanziamento”, replica Pilon. “Ma dall’altra parte la gente dice, sindaco noi ti comprendiamo ma cerca di comprendere me, i miei bisogni. La sicurezza, il valore del mio investimento immobiliare… e torno alla domanda. Bisogna governare ma chi governa deve anche cercare di capire chi lo ha eletto. Tu sei il sindaco di questa città, e lo sei giorno per giorno”.
“Progettare le ATP final non è in contraddizione con il quotidiano” riprende il Sindaco. “C’è una ricaduta positiva, significa anche per noi guardare ad una città che diventa attrattiva e mi rifiuto di entrare nelì’ agone della competizione. Facevo prima cenno alla contraddizione di fare una politica per l’auto e insieme promuovere il servizio pubblico. Ma il tempo della trasformazione e lo spazio di questo cambiamento sono variabili che devono stare insieme. In una città complessa come la nostra”.
“Ancora una domanda” conclude Pillon. “Scusa, ma hai da fare?” “No no, ho solo un 5000 sindaci che devo ricevere e accudire”. Vero: il giorno dopo c’era l’assemblea dell’ANCI, 5000 sindaci a Torino e il Presidente Mattarella ad accoglierli. “Allora. Un tuo collega professore, il sindaco Castellani, negli anni 90 fece la ristrutturazione di Piazza Castello e disse al suo Assessore all’urbanistica, guarda che noi dal centro dobbiamo partire e a raggera continuare a riqualificare verso le periferie. E si iniziò, in via Artom si abbatterono due palazzi. Cosa abbiamo ora nel cono rimasto in ombra?”
“Per il quartiere Aurora ci sarà una riqualificazione, un piano da 40 milioni nell’asse di corso Palermo, sul modello Urban 2 della Cascina Roccafranca e Cascina Giajone. Per interventi come questo, ci muoveremo con investimenti nelle periferie. Ma stiamo anche investendo sul centro. Con la nostra vocazione turistica, una città vetrina, il centro è essenziale. Mi è capitato di ricevere una delegazione che viene dal Giappone ed erano estasiati dei portici, da loro non esistono. il fatto che investiamo nel centro non è in contraddizione,non vuol dire che non devo avere i lampioni accasi a Barriera di Milano.. Pedonalizzaremo Via Roma e ci saranno disagi. Piazza San Carlo, Piazza Vittorio. Insomma avere Palazzo reale è meglio che non averlo no?
Quest’anno inauguriamo altre luci di quartiere, non d’artista ma fatte per venire incontro ai cittadini anche nella dimensione locale, a casa nostra e un po’ meno soli.”
Gianpaolo Nardi
gianpaolon@vicini.to.it
Foto di Franco Aloja
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