“La vera amicizia consiste nel poter rivelare all’altro la verità del cuore”

Papa Francesco

 

Alfred Eisenstaedt a Camera

A 80 anni dalla realizzazione della celebre fotografia  di Times Square  

“Quell’uomo era molto forte. Io non lo stavo baciando. Fu lui a baciare me.”(Greta Zimmer Friedman). Partecipato o subito, lo scatto  catturato il 14 agosto 1945, protagonisti un’igienista dentale e un marinaio durante i festeggiamenti per la resa del Giappone, ha dato fama imperitura a Alfred Eisenstaedt. Il celebre fotografo tedesco naturalizzato statunitense, noto per il suo lavoro per la rivista LIFE, dove pubblicò oltre 90 copertine, è il soggetto della grande mostra d’estate di  CAMERA, dal 13 giugno al 21 settembre, con 170 immagini, anche inedite. Nato nel 1898 a Dirschau, Eisenstaedt scopre la fotografia da adolescente. Dopo la guerra diventa fotoreporter, arrivando  in pochi anni a pubblicare sulle principali riviste tedesche del periodo immagini dell’alta società mentre si diverte. Negli anni ’20-’30 viaggia in Europa e documenta eventi politici e celebrità: l’ascesa del nazismo, il ritratto inquietante di Goebbels (1933) e il primo incontro Hitler-Mussolini (1934). Le sue foto, poetiche e teatrali, ispirate ai grandi della pittura (Ero colpito dal modo in cui i maestri antichi gestivano la luce, in particolare Rembrandt e Rubens) uniscono ironia, spontaneità e influenze artistiche. A causa del crescente antisemitismo, nel 1935 Eisenstaedt lascia l’Europa e si stabilisce a New York dove viene assunto da LIFE, per cui lavora fino al 1972 firmando circa 2500 servizi: il suo sguardo si rivolge soprattutto alla società americana, che osserva e racconta con un’ironia via via più marcata e riconoscibile.

Dopo la guerra torna in Europa: l’Italia del 1947 appare trasformata, tra pubblicità e modernità, simbolo di rinascita economica; a Parigi fotografa la gente comune nei mercati. Non documenta la guerra, ma le sue conseguenze: l’Etiopia invasa, il Giappone devastato, Israele appena nato. In mostra anche una sezione sui ritratti di grandi protagonisti del Novecento: Eisenstaedt riconosce con gratitudine e umiltà il privilegio di aver potuto riprendere  Sophia Loren, al centro di uno scatto di grande bellezza formale e audacia (1966),  una Marilyn Monroe di commovente bellezza,  Einstein e Oppenheimer, colto nel 1947 con aria sicura e nel 1963 segnato dal peso delle conseguenze delle sue scoperte scientifiche. (I miei incarichi mi hanno messo in contatto con un numero incredibile e variegato di esseri umani.) 

Una mostra di prestigio a celebrare il decimo anno di attività, sottolineato anche dall’attribuzione a Camera del Lucie Awards 2025, promosso dalla Lucie Foundation,  che ne riconosce l’impegno nella promozione della cultura fotografica nel mondo e che verrà assegnato il 21 giugno a Ostuni in Puglia.

Anna SCOTTON

annas@vicini.to.it

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