
“Vera birichina di Parigi, faceva vedere nelle sue matte risate una doppia fila di magnifici denti al triste Borbone che la guardava non visto. E questa sincera allegria fu l’incanto che lo tirò nella rete.” Anche il ritratto dello studioso Enrico Nencioni risentiva del fascino esercitato da Jeanne Vaubernier, la cortigiana che con l’arte della seduzione avvinse Luigi XV di Francia in un legame che diventò inaspettatamente anche d’amore. Figlia illegittima di una cuoca e di un religioso, la giovane viene mandata in convento: ne uscirà in virtù del carattere ribelle, fornita di notevole bagaglio culturale, pronta a mangiarsi il mondo. Da tempo la regista corteggiava, rispecchiandosi, quel personaggio femminile: a scorrere la sua filmografia si scopre che pratica un cinema autoreferenziale, trattando spesso il tema della famiglia e delle sue disfunzioni. Non è nemmeno un mistero che l’autrice abbia un rapporto conflittuale con la propria, come dimostra la scelta di firmarsi solo con il nome di battesimo.
E anche Jeanne diviene “du Barry” liberandosi dalla dipendenza dalla madre e dal protettore, mentre conquista progressivamente spazio a corte e nel cuore del re di Francia. Fa da scenario alla vicenda il dipanarsi della vita quotidiana a Versailles, con la schiavitù delle sue liturgie ben raffigurata: la Maïwen ha appreso la lezione rosselliniana, e il film rimanda immediatamente al film per la televisione La presa di potere di Luigi XIV con i sudditi ammessi al risveglio e alla vestizione del sovrano, ad attestare con la loro presenza l’autorità regale e la propria soggezione. Quegli stessi adulatori sono il pubblico che assiste impotente e astioso all’ascesa sociale di Jeanne, confidando nella sua caduta.
Apprezzabile l’impatto visivo fornito dall’accurata ricostruzione storica e soprattutto dallo stile pittorico delle inquadrature, insieme all’interpretazione convinta dell’attrice- regista. Il film – che prosegue da diverse settimane la sua permanenza nelle sale cittadine – ha segnato anche il ritorno sulle scene di Johnny Depp, negli ultimi tempi alla ribalta solo in quanto divorato dal gossip. Se si segue la serie televisiva targata Netflix, Depp contro Heard, sulla battaglia legale tra gli ex coniugi che ha infiammato l’America, si scopre che il ruolo del sovrano al crepuscolo, imbolsito, la cui onnipotenza ha ceduto alla passione per una plebea, incarna la fase calante dell’iconico interprete di Jack Sparrow, calzandogli come un guanto.
Con: Maïwenn (Le Besco) e Johnny Depp.
Nelle sale torinesi
Voto: 7,5/10
Anna SCOTTON
annas@vicini.to.it
Lascia un commento