
Riceviamo da una nostra lettrice e volentieri pubblichiamo:
Giuseppe Laras (Torino, 1935 – Milano, 2017), è stato una personalità che ha vissuto a Torino un momento cruciale della sua esistenza e che una volta adulto è diventato figura di riferimento dell’ebraismo italiano e iniziatore di una delle più profonde esperienze di dialogo con il mondo cristiano. Seguendo il suo percorso di fuga dalla Shoah quand’era bambino, lunedì 2 ottobre un corteo di studenti piemontesi delle scuole primarie e secondarie farà a piedi – 79 anni dopo – l’ itinerario di 4 km del piccolo Laras (da Corso Marconi (ore 9) a Piazza Barcellona (ore 12.45).
Infatti, il 2 ottobre 1944, mentre la mamma e la nonna venivano arrestate (e successivamente deportate e uccise), Giuseppe riuscì a scappare e poi, con l’aiuto di amici di famiglia, a ricongiungersi con i nonni paterni fuori città, mentre il padre partecipava alla Resistenza nelle Valli di Lanzo.
La Marcia Laras è organizzata dagli insegnanti delle scuole piemontesi che aderiscono alla Rete didattica della Shoah e patrocinata dal Comune di Torino, dall’Ufficio Scolastico Regionale, da Istoreto e dalla Comunità ebraica di Torino.
Il 13 gennaio di quest’anno sono state apposte le Stolpersteine, ossia le Pietre d’Inciampo, alla presenza dell’artista e loro ideatore Gunter Demnig, sul marciapiede di fronte a via Madama Cristina 18, a ricordo della mamma e della nonna di Giuseppe Laras.
«Ricordare vuol dire attualizzare il passato e lo si può fare con diversi intenti. Si può cercare di attualizzare il passato per odiare, ma si può anche attualizzare il passato per costruire. E io credo che sia questo il senso della memoria: sarebbe ben poca cosa, non sarebbe gratificante, non ci lascerebbe niente. Ci distruggerebbe ulteriormente. Quindi il discorso del mantenimento della memoria è un discorso molto difficile. Bisogna ricordare per fare in modo che quelle condizioni che esistevano settant’anni fa non si ripresentino e quindi non accadano più quelle cose brutte che sono accadute. È un impegno, una memoria dinamica, non statica, che si muove e va verso il futuro».
(Rav Giuseppe Laras)
Laura Curatolo
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