“A volte la tua gioia è la fonte del tuo sorriso, ma spesso il tuo sorriso può essere la fonte della tua gioia.” (Thich Nhat Hanh)

 

Food for profit

Al cine teatro Baretti altre tre date per la proiezione del documentario Food for profit, che è andato sold out per tutta la sua programmazione:

Sabato 13 aprile 2024, ore 16
Domenica 14 aprile 2024, ore 16
Mercoledì 17 aprile 2024, ore 21

Food for Profit è il primo documentario che mostra il filo che lega l’industria della carne, le lobby e il potere politico. Al centro ci sono i miliardi di euro che l’Europa destina agli allevamenti intensivi, che maltrattano gli animali, inquinano l’ambiente e rappresentano un pericolo per future pandemie.

In questo documentario investigativo con approccio cinematografico, Giulia Innocenzi e Pablo D’Ambrosi ci guidano in un viaggio illuminante e scioccante in giro per l’Europa, dove si confrontano con allevatori, multinazionali e politici. Con loro una squadra di investigatori che ha lavorato sotto copertura negli allevamenti dei principali paesi europei, svelando la realtà che si cela dietro le eccellenze della produzione di carne e formaggio. A Bruxelles, un lobbista è riuscito a portare con sé una telecamera nascosta là dove le decisioni vengono prese, raccogliendo informazioni sconvolgenti.

Food For Profit non solo mostra l’orrore degli allevamenti intensivi e la connivente protezione politica di cui godono, ma con una squadra di esperti internazionali affronta le principali problematiche legate a questo tipo di produzione industriale: inquinamento delle acque, sfruttamento dei migranti, perdita di biodiversità e antibiotico resistenza.

L’appello del film è forte e chiaro: dobbiamo fermare questo sistema corrotto se vogliamo salvare il pianeta. E noi stessi.

Risulta inoltre dalle indagini condotte che alcuni politici, conniventi e corrotti, si fanno foraggiare dalla potente lobby delle carni per sostenere proprio quegli allevamenti intensivi che dovrebbero disincentivare e che invece vengono finanziati e sostenuti proprio dai soldi destinati al Green Deal, ovvero da noi cittadini, dalle nostre tasse.

Noi paghiamo, per sostenere quegli allevamenti intensivi – che sono ben il 90% della carne consumata in Italia e il 99% di quella americana – che distruggono il pianeta, che inquinano l’aria e l’acqua, che cancellano biodiversità e comunità umane, che sfruttano i lavoratori, pagandoli in nero o tiranneggiandoli.

Le immagini di Food For Profit, riprese anche nei più noti allevamenti italiani, quelli “di eccellenza”, raccontano di pavimenti non lavati e disinfettati da anni, colmi di batteri e virus, sui quali gli animali cadono e giacciono, ammalandosi: maiali, polli, tacchini, mucche, privi di cure veterinarie, che ricevono, solo per sopravvivere abbastanza per essere macellati, continue iniezioni di antibiotici.

Quegli antibiotici passeranno nel loro latte, nelle loro carni, di cui noi ci nutriremo. L’antibiotico resistenza miete migliaia di vittime umane, ed è aggravata dal consumo di animali a loro volta riempiti di medicinali. La resistenza agli antibiotici, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, rappresenta ormai una priorità di sanità pubblica sia per il nostro Paese che a livello globale. L’Italia è particolarmente colpita da questo fenomeno, che la pone ai primi posti in Europa in termini di elevata prevalenza di ceppi batterici resistenti e mortalità attribuibile all’antibiotico-resistenza (fonte: ISS)

Di fronte alle domande poste dalla giornalista Innocenzi, i vari politici, presidenti e dirigenti di alto profilo, si dileguano, oppure mentono spudoratamente, contraddetti dalle loro stesse parole registrate in altri contesti. I proprietari e i lavoratori delle fabbriche negano l’evidenza delle fotografie. Si arriva perfino a dire che gli allevamenti intensivi, in Italia, non esistono.

Quello che mangiamo, o meglio, ciò che decidiamo di mangiare, ha un impatto razionale, misurabile, diretto con inquinamento, sfruttamento, salute.
Food for Profit non solo mette la camera – nascosta e non – al centro di tutto questo, costringendo in qualche modo a guardare , ma alla fine dei suoi ’90 minuti fa una anche una precisa call for action: “Stop sussidi pubblici agli allevamenti intensivi”.

Il documentario diretto da Giulia Innocenzi e Pablo D’Ambrosi si profila inizialmente come lavoro d’inchiesta sulla gestione degli allevamenti intensivi, ma diventa poi atto d’accusa nei confronti delle istituzioni europee complici in modo diretto e indiretto di questo sistema, riuscendo così a risvegliare  la consapevolezza dei cittadini.

 

Maria Cristina Bozzo

cristinab@vicini.to.it

 

 

 

 

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


*