Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Verso le celebrazioni del 25 aprile.

Un colloquio con il Presidente della Sezione ANPI Mirafiori Nord e S. Rita

Siete bersagliati da tutti i giornali per le vostre dichiarazioni circa la fornitura di armi agli Ucraini“, ricordiamo al Presidente della sezione ANPI Mirafiori Nord e S. Rita, Renato Appiano. L’approssimarsi delle celebrazioni per il 25 aprile è l’occasione per sollecitare un punto di vista dell’ANPI sulla guerra di Ucraina.

La posizione del Presidente Pagliarulo risale al discorso nel Congresso del 26 marzo scorso, e prima ancora alla sua preparazione nelle settimane precedenti. Tuttavia Pagliarulo ha anche chiarito che l’ANPI non è una caserma.

Al nostro interno c’è sempre un dibattito.”

“Tuttavia siamo rimasti sorpresi”, continua la provocazione ”ricordiamo che alla fine della guerra mondiale gli alleati lanciavano i ‘cilindri’ con generi di sussistenza, informazioni ma soprattutto armi.”

“Personalmente io sono a favore. Tuttavia sembrava che volessimo mettere in discussione le responsabilità della Russia. L’ANPI aveva emesso un comunicato ufficiale il 24 febbraio per condannare l’aggressione, sollecitare un immediato cessate il fuoco e chiedere che l’Italia rimanesse fuori da ogni operazione bellica. D’altra parte l’esigenza di capire i fatti andando in profondità è essenziale. Per esempio il battaglione nazista Azov fa parte dell’esercito regolare Ucraino. La donna incinta, fotografata all’uscita dell’ospedale bombardato nell’assedio di Mariupold e data per morta con il suo bambino, in realtà è ricomparsa, ed ha un nome. Attenzione alla caccia alle streghe”.

“Certo, l’esistenza di una messinscena concomitante agli eccidi non si può escludere.

Tornando al tema delle armi: ha senso, come propone qualcuno, limitare gli invii di armamenti a mezzi da difesa?”

“Difficile distinguere. Certo: equipaggiamenti, cercamine. Ma le armi possono essere usate in molti modi. Sarebbe comunque ipocrita”.

“Che ne pensi di coloro che stanno affluendo da varie parti per combattere in Ucraina?”

“Bisogna distinguere se si tratta di volontari o di mercenari. Le brigate internazionali in Spagna comandate da Longo erano certamente dei volontari. Insomma, siamo in un mondo fluido. E’ difficile anche un dibattito”.

“L’incremento delle spese militari?”

“Sembra una discussione senza un vero contenuto. A che scopo? L’EU, nel suo insieme, spende 3 volte quanto spende la Russia. Quella che sta aumentando è la psicosi per una qualche forma di minaccia contro l’Europa. Semmai l’Europa è carente in un quadro decisionale: servono politiche armonizzate e risorse comuni.”

“Chi vincerà?”

“Non vincerà nessuno. Rimarranno solo macerie. Si faranno concessioni reciproche e rimarrà un astio che durerà anni. Come le coppie che fanno un divorzio sulla pelle dei loro figli”.

“Per finire: vogliamo la pace o l’aria condizionata?”

“Retorica. Allora mi permetto anch’io di fare un po’ di retorica: i nostri partigiani non avevano molto da scaldarsi né da mangiare. Sarà difficile anche solo organizzarsi per una crisi energetica profonda e duratura, ma un po’ di rinunce da parte nostra…”

L’ANPI porta avanti un progetto dal titolo “Memoria attiva”.

“Non vogliamo guardare indietro, ma a quegli avvenimenti che hanno portato alla nostra Costituzione per fare in modo che non vengano abbandonati. I valori di giustizia ed uguaglianza partono da lì. I partigiani erano dei giovani che avevano deciso di impegnarsi per questi valori.

Ed è ai giovani che oggi noi andiamo nelle scuole a parlarne. A spiegare i danni che ha fatto il fascismo. Perché noi italiani non siamo quello stereotipo che ci vede “italiani brava gente”. L’Italia non ha mai fatto i conti con il proprio passato. La nostra sezione si intitola a Leo Lanfranco, un operaio diventato partigiano, catturato, torturato e fucilato, i cui giustizieri furono amnistiati nel dopoguerra.  

I ragazzi ci ascoltano con interesse, ci fanno domande. Riceviamo lettere. Le istituzioni invece sono spesso indifferenti: ci sono comunità cittadine che si rifiutano di celebrare il 25 aprile, qualcuna che intitola una via ad un fascista.”

Gianpaolo Nardi

gianpaolon@vicini.to.it

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