Istruzioni per l’uso: scegliere sulla fiducia il film di Emmanuel Carrère, più noto per la produzione letteraria, ma qui a una prova registica brillantemente superata, e poi leggerne. Per apprezzare appieno Tra due mondi , infatti, è preferibile venire colti di sorpresa come accade a una delle protagoniste.
Francia, Caen: ad un’ agenzia interinale si presentano diverse donne con necessità di ricollocamento, non più giovanissime. La posizione più accessibile è quella di addetta alle pulizie delle infinite cabine dei traghetti che attraversano la Manica. Nella condivisione dei ritmi estenuanti del riordino si stabilisce una vicinanza nuova tra alcune lavoratrici, ma nel finale avviene il disvelamento di una verità inaspettata. Che da alcuni viene giudicata in modo positivo perché può tornare utile alla causa di una fascia di lavoratori “invisibili”. Ma per altri, come accade a Christèle (una convincente HélèneLambert) rappresenta l’ ulteriore umiliazione inflitta al sentimento e alla dignità, e riporta alla mente l’enunciato marxiano secondo cui “La storia di ogni società sinora esistita è storia di lotte di classe.”
Carrère sa che tra autore e lettore si stabilisce un patto narrativo, nella sospensione dell’incredulità: ossia chi legge vive come vero il racconto di chi scrive. Pertanto conduce abilmente Christèle, e gli spettatori, ad abbandonarsi alle parole di Marianne, l’ottima Juliette Binoche.
Il cast di valore e quasi totalmente al femminile – al servizio di una storia tratta dal reportage della giornalista Florence Aubenas – rende con la forza del cinema del reale la durezza di questo tempo, il quale necessita o della capacità di accoglienza materna o del suo opposto: una menzogna apparecchiata con maestria.
Con Juliette Binoche, HélèneLambert, Louise Pociecka
In questi giorni in programmazione nelle sale torinesi
Voto: 9/10
Anna SCOTTON
annas@vicini.to.it
Lascia un commento