A me quelle bici arancioni e verdi abbandonate in ogni angolo della città mi fanno tristezza. Mi ricordano le pubblicità progresso che impazzavano qualche anno fa: c’era il cagnetto con l’espressione triste che rincorreva la macchina del padrone indegno che lo aveva appena abbandonato sull’autostrada. Un profluvio di cani che verso il ferragosto si trovavano legati ai guard rails o guaivano nei pressi degli autogrill. Le biciclette verdi e arancioni no, non ululano né ci guardano con i loro fanali tristi, ma ci rimandano lo stesso a un pensiero scomodo. E cioè che il senso di responsabilità personale sia una merce evidentemente dal prezzo altissimo. Pochissimi possono permetterselo.
Giulia Torri
giuliat@vicini.to.it
Lascia un commento