Tra febbraio e marzo a Torino si compie un rito che celebra l’unione tra cinema e musica: maestro di cerimonie Carlo Griseri, direttore artistico di Seeyousound, una rassegna nata per suggellare il rapporto creativo e di reciproco arricchimento tra due delle sette belle arti e che quest’anno sta festeggiando il suo decennale con le consuete code degli appassionati alle proiezioni.
Come sta andando questo X Seeyousound?
Sta andando meglio di quanto ci immaginassimo. Il pubblico ha risposto molto bene, avevamo già cominciato a vendere gli abbonamenti prima che il festival iniziasse, molti li hanno acquistati alla cieca, certi che il programma meriti di essere conosciuto e vissuto nella sua interezza e questo è un attestato di fiducia. Inoltre, saputo dell’uscita di scena dello sponsor più importante e consolidato, l’abbraccio degli spettatori si è fatto sentire attraverso l’acquisto di un gran numero di gadget, cataloghi: insomma la comunità si è stretta intorno al suo festival.
Una rassegna che continua ad essere unica in Italia.
A ben pensarci l’idea di un festival che coniugasse cinema e musica era semplice, ma in Italia non esisteva. Ce n’erano all’estero, tanto che nel 2019 siamo stati tra i soci fondatori, a Torino, del MFFN, Music Film Festival Network, una rete formata da festival provenienti da 12 paesi europei diversi, che oltre ad attirare appassionati di cinema e musica, riesce anche ad offrire l‘esibizione di artisti dal vivo.
Apprezzamenti all’estero?
Nel settore ora siamo conosciuti, anche perché il livello della nostra programmazione è alto. Molti film arrivano a noi attraverso i festival internazionali di cinema che frequentiamo e dove riceviamo attestati di stima per il nostro lavoro.
Qual è il target di preferenza?
Abbiamo un pubblico che di maggioranza si colloca tra i 35 e i 55 anni, che anche per il cinema è considerato “giovane” . Per la fascia dei 20-30 anni cerchiamo ogni anno di proporre contenuti sugli artisti emergenti della scena musicale.
Il pubblico è soprattutto torinese?
La provenienza è maggiormente locale, in quanto abbiamo la forza di farci conoscere soprattutto attraverso i media (testate, televisioni, radio…) del territorio e dell’area nord Ovest del Paese. E, spiace dirlo, più degli amanti della musica che del cinema.
Ma per seguire Seeyousound bisogna conoscere bene la musica?
Assolutamente no. E’ una rassegna in cui ci sono molti film che provengono da festival “normali”(Cannes, Berlino…), e mi spiace non incontrare qui i colleghi critici cinematografici: il loro non è snobismo, ma molti ritengono si debba essere esperti di musica per venirci. In realtà grazie alla musica vengono affrontati problemi politici e sociali fondamentali per la conoscenza dei fatti del mondo, anche del sud del mondo. E’ l’occasione per avvicinarsi ai diversi generi musicali (techno, pop, classica, reggae…).
Insomma: ce n’è per tutti i gusti.
Rispetto a dieci anni fa il settore è cresciuto e l’offerta di titoli e prodotti – fiction, film sperimentali, documentari, corti – è più ampia e varia. L’invito è venire a Seeyousound dove si trovano bei film, bella musica e un ambiente in cui si avrà voglia di tornare. E’ impossibile non trovare qualcosa che piaccia, bisogna solo venire a scoprirlo.
Anna SCOTTON
annas@vicini.to.it
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