Ma secondo voi quanto manca al passaggio tra la telefonia mobile a quella protesizzata?
Io credo manchi poco, capace che riesco ancora a vederla.
Mi spiego, appurato che non è più possibile vedere un essere umano deambulante o pedalante etc. che non stia parlando al cellulare o stia consultandolo per ragioni varie e sacrosante ed essendo assai improbabile che nei prossimi anni avvenga una repentina mutazione genetica che ci porti a nascere corredati di tre o quattro mani, il problema rischia di diventare serissimo.
Il pedone che si attarda sulla striscia per gesticolare forsennatamente o urlare improperi all’interlocutore del momento, deve tenere d’occhio troppe variabili. Il semaforo, la borsa o la cartella, spesso il cane al guinzaglio, a volte una carrozzina con dentro il pargolo.
Allo scattare del rosso spesso è ancora nel mezzo della discussione e dell’attraversamento e gli automobilisti, si sa, non sono pazienti.
E i due innamorati che al tavolino del ristorante cenano romanticamente a lume di display, volessero farsi una coccola, magari accarezzarsi i polsi o darsi dei buffetti affettuosi sulle guance, niente, impediti, all’amore servono due mani.
E allora io dico, non poniamo tempo in mezzo. Decidiamoci. Alla nascita, mentre si taglia il cordone ombelicale si fa un taglietto da qualche altra parte e si inserisce la protesi telefonica.
Sarà un po’ difficile scattare foto, ma questo, con la tecnologia, si risolve.
Giulia Torri
giuliat@vicini.to.it
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