Socializziamo?
“Da bambina aspettavo con ansia il momento di uscire per strada a trascorrere del tempo con i miei amici. Era una gioia poter condividere con loro le mie emozioni. Si giocava a nascondino e alla campana, si saltavano la corda e l’elastico, soprattutto ci si divertiva con semplicità e aguzzando l’ingegno”.
Oggi, è veramente difficile trovare bambini che svolgono attività ludiche spontanee. Che fine ha fatto il buon sano gioco?
Il gioco è l’espressione più autentica della cultura umana e si adatta al contesto in cui si svolge, stimola l’inventiva, la manualità, la curiosità e l’ingegno, avvicinando il bambino alla società degli adulti. In passato, i bambini si costruivano da soli i loro giochi con svariati materiali, usando la fantasia che risultava essere la materia prima per eccellenza. Si giocava prevalentemente per strada o in spazi comunque aperti, dove alzando gli occhi lo spazio era infinito. C’era il piacere di stare assieme, di costruire, mettersi alla prova basando il tutto sulla sana competizione.
Oggi, i giochi inventati non esistono più, ma prendono spazio la tecnologia, i prodotti industriali, la televisione e il computer che stanno progressivamente distruggendo la fantasia e la creatività, ma principalmente la socializzazione. Siamo nell’era del “tutto e subito” dove i bambini non sono più abituati a scegliere poiché c’è sempre qualche adulto che provvede ad indirizzarli verso qualcosa e se non vi è l’adulto ci sono la televisione e il computer. Il gioco non è più spontaneo, ma sono i genitori ad indurre i propri figli a svolgere determinate attività e a prediligere le attività al chiuso piuttosto che quelle all’aperto tenendo occupati i figli fino a sera credendo in tal modo di aver soddisfatto le loro esigenze, ma non rendendosi conto, in realtà, che cosi facendo li allontanano da una formazione spontanea.
Dove finiremo tra qualche anno? E’ triste pensare che non esista più la spontaneità e l’inventiva, ma che tutto sia dettato dall’evolversi della società con i suoi “pro” ed i suoi tanti “contro”.
Raffaella Piacentini
raffaellap@vicini.to.it