Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

39 Tff: Tennis e storia. “La squadra” di Domenico Procacci

Difficile immaginare un momento migliore per lanciare questo film documentario sulla vittoria dell’Italia in Coppa Davis nel 1976. “Una squadra”, era quella di 45 anni fa e una squadra quella che abbiamo oggi, che probabilmente è la più degna a succederle; i nomi ormai risuonano nelle orecchie di tutti: Berrettini, Sonego, Musetti e il fuoriclasse Sinner. Finita la sbornia di tennis e “So Much of Everyithing”, il docu-film “Una squadra”, proiettato in anteprima fuori concorso al Tff il 28 novembre scorso, ci riporta ad un passato da leggenda.

Dunque, la squadra formata da Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci, Tonino Zugarelli e, capitano non giocatore, Nicola Pietrangeli è un gruppo composto da forti personalità con caratteri complicate e contrastanti è stata in quegli anni la più forte del mondo. Gli anni di cui parliamo vanno dal 1976 al 1980. In quei cinque anni raggiungono la finale quattro volte, vincendo solo una volta: nel ‘76.

Il clima politico è il peggiore che ci potesse capitare: superate le varie tappe, siamo chiamati a giocare la finale in Cile, quel Cile che meno di due anni prima era stato oggetto di un golpe perpetrato dai militari di Pinochet a danno del regime democraticamente eletto. Una vera e propria ferita per coloro che avevano creduto nell’affermazione di un regime socialista non rivoluzionario in una parte non piccola del mondo. Intorno a quella finale si crea un vero e proprio caso. I protagonisti, con un peso che ancora sembra affacciarsi nel loro ricordo, decidono di partecipare: in fondo nessuno voleva lasciare la Coppa nelle mani dei golpisti, anche se il richiamo della manifestazione avrebbe permesso al regime di mostrare un’immagine pacifica, civile ed efficiente.

Il format del documentario è costituito da interviste dei protagonisti di allora, in apparenza individuali mentre in realtà il racconto si sviluppa come una conversazione, talvolta un contradditorio, illustrato da filmati dell’epoca. Non mancano ovviamente sguardi dietro le quinte per cogliere e rivelare i contrasti e la difficile convivenza del gruppo, che, oltre ai quattro moschettieri, vedeva il dualismo tra due figure carismatiche come Nicola Pietrangeli, capitano non giocatore e quinto protagonista, e Mario Berardinelli, quello che oggi si chiamerebbe il team manager.

Contrasti che sembrano riprodursi nel talk show (reali o simulati?) condotto a fine proiezione da Neri Marcorè con la partecipazione dei protagonisti. Una clamorosa “reunion”. Tornano antiche ruggini tra Panatta e Pietrangeli, a volte tenuto da parte in decisioni critiche durante quegli anni; riaffiorano per Tonino Zugarelli che rifiuta ancora oggi il ruolo di riserva (“le riserve ci sono nel calcio e stanno in panchina, nel tennis o giochi o non giochi”); e nel ricordo da parte di Panatta di David Lloyd, doppista britannico nelle semifinali, che aveva un dritto talmente disgustoso da sollecitare Panatta a tirargli bordate testardamente e inutilmente addosso. “E poi era brutto…”(pausa come per cercare le parole); “brutto”). Allo sfottò reciproco non si sotraggono Barazzutti e Bertolucci, oggi noto commentatore tv. Un’opinione sulla nuova formula della Coppa Davis? “Uno schifo, mister Davis si rivolta nella tomba” risponde Pietrangeli per tutti. Opinione condivisa da tutti gli amanti del tennis: una competizione a squadre è fatta di squadre, vince chi ha gli uomini migliori, non chi riesce a mettere in campo un fenomeno e nient’altro.

Il direttore artistico del Torino Film Festival Stefano Francia di Celle dichiara: “Il cinema che riscrive la storia: cinque punti di vista per raccontare eventi che hanno infiammato l’Italia.”  C’è di tutto: politica, società,e costume, storia, ironia, malignità. Nostalgia.

Si conclude un percorso iniziato con le ATP Finals, due settimane che hanno visto Torino al centro del tennis mondiale. Una degna conclusione, questa docuserie diretta da Domenico Procacci, scritta da Procacci, Lucio Biancatelli e Sandro Veronesi e realizzata da Fandango, Casa fondata da Procacci nel 1989 e che ha prodotto più di 100 film e diverse serie tv.

Gianpaolo Nardi

gianpaolon@vicini.to.it

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