Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

L’Auto a “La magia della luce”

Giovedì 2 marzo scorso a “La magia della luce”, rassegna sulla storia della pellicola in corso presso la biblioteca Villa Amoretti, era di scena l’ Auto. Quella con la A maiuscola che ha alimentato e condizionato le nostre vite di torinesi per più di un secolo.

I filmati si devono al Centro storico della FIAT, che, forse tra le poche industrie dell’era pionieristica, ha avuto la sensibilità di registrare via via i progressi di quella innovazione epocale, come annota Franco Fratto, il curatore della kermesse.

Scorrono le immagini della catena di montaggio (me era proprio una catena!) che trascina sferragliando una carrozzeria nuda alla quale operai in tuta col berretto a coppola assemblano i componenti maggiori. E l’officina presse – Hamilton – in cui domina un frastuono che oggi sarebbe ben oltre il tollerabile. Si sale così alla pista di collaudo del Lingotto, decine di auto in passerella. Lo stabilimento è quello del Lingotto (che Le Corbusier definì come «uno degli spettacoli più impressionanti che l’industria abbia mai offerto») e la vettura è la FIAT 522. I titoli di coda vantano gli “oltre 100 km all’ora” e, particolarmente da apprezzare, “la terza silenziosa”. Chissà, nelle auto dell’epoca la prima e la seconda magari lasciavano a desiderare.

Ma non c’era solo FIAT. Le cronache testimoniano di una grande vivacità imprenditoriale, riferiscono Ilaria Pani, del Centro documentazione del Museo dell’auto e Davide Lorenzone che del Museo è il Conservatore. Molti scommettevano sul futuro della tecnologia meccanica. D’altra parte Torino era una città molto moderna. Era la Capitale. Professionisti, impiagati pubblici, artigiani: molto raffinati quelli che si dedicavano alla lavorazione del legno, (i mastri carpentieri che costruivano le carrozze). Infrastrutture moderne: reti telefoniche, un bacino energetico consistente; attenzione alla mentalità di impresa (incentivi fiscali per chi decideva di intraprendere). Molti i nomi illustri in questo panorama: Michele Lanza nel 1895 realizza la Wagonette, una bicilindrica a sei posti, i fratelli Ceirano che misero su strada vari prototipi (Matteo fu cofondatore di ITALA). FIAT invece si caratterizzò fin dalle origini per la lungimiranza di pensare in termini di produzione.

L’Auto cercava di affermarsi attraverso la pubblicità. Molto l’affidamento alle gare: il raid Pechino-Parigi fu vinto dalla ITALA 35/45 HP, che con i suoi 40 cavalli stracciò la seconda arrivata con un vantaggio di 20 giorni. Nel 1907 la FIAT 130 vinse il GP di Francia. Grande rivalità con Renault.

Non mancarono le auto elettriche: la STAE, Società Italiana Auto Elettrici (Elettrici non è un errore) ne aveva fatto una linea di prodotto. Napoleone Leumann ne possedeva vari esemplari, anche ibride, per ottimizzare le percorrenze. Nel 1901 varie marche organizzarono un “Giro d’Italia in Automobile” per pubblicizzare la nuova forma di locomozione (arrivò prima la FIAT 8 HP pilotata da Felice Nazzaro)

Dunque, Torino città dell’auto quella di quei primi anni del ‘900 ma non città della FIAT. Una mappa ricca e varia di laboratori, aziende, carrozzerie.

Da questa mappa prende le mosse Paolo Griseri. Giornalista, scrittore, per raccontare la Torino di coloro che prima di noi vissero l’espansione di quell’industria e di quella città.

Ma non adesso. Il racconto merita uno…spazio a sé.

(to be continued…)

Gianpaolo Nardi

gianpaolon@vicini.to.it

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