Un nuovo gruppo investigativo per Enrico Pandiani che inaugura con questo noir una serie diversa dalle precedenti e dal genere cui tutti siamo abituati. Non troviamo, infatti, in questa nuova indagine ispettori, commissari o magistrati, ma ex-galeotti, quattro carcerati che evadono durante il trasferimento dalle prigioni di Parigi a quelle di Lione. Il furgone su cui viaggiano ha un incidente che offre loro l’opportunità di fuggire, darsi alla macchia per riappropriarsi della libertà. Riusciranno nel loro intento, muovendosi cautamente in gruppo, approdando prima a Milano e poi a Torino, dove li troviamo nel presente e dove si svolge la vicenda narrata nelle pagine di Pandiani.I quattro protagonisti hanno caratteri, personalità e storie molte diverse tra loro, ma l’amalgama dei loro tratti ne fa un gruppo coeso, capace di costruire un legame indissolubile che li unisce in un qualcosa che va ben oltre l’amicizia. Riscatteranno la loro occasione di fuga ricostruendosi una vita, una nuova identità, di onestà e lavoro, che consentirà loro di lasciarsi il passato alle spalle.
Il loro leader è Max Ventura, con un trascorso da rapinatore e condannato a trent’anni di galera, incappa nella fuga dopo aver scontato cinque anni di detenzione. Riesce a rifarsi aprendo un ristorante, piccolo ma curato nella cucina e nella gestione, attività che condivide con la sua compagna, Federica.
Abdel, kabilo, fanatico di auto d’epoca, passione che lo ha portato a commettere furti per i quali è stato condannato. Gestisce un’autofficina in cui cura e ripara soltanto macchine blasonate.
Sanda viene dal Madagascar, un passato di prostituzione gettatosi alle spalle per avviare una feconda attività di arti marziali, è dotata di un fisico atletico e di una forte determinazione, nella vita come nelle reazioni di fronte a situazioni sconvenienti.
Vittoria appare una mosca bianca nel gruppo, per il rango di provenienza, è raffinata, elegante, alsaziana, lasciatasi intrappolare in una storia di truffe a causa del suo ex-compagno. Fa l’infermiera, riprendendo il mestiere che svolgeva prima di essere incriminata e ha una figlia adolescente, avuta da una storia occasionale, ragazzina a cui Ventura fa un po’ da padre e che protegge come una figlia.
Quattro personaggi e quattro storie molto diverse. Ognuno prenderà la sua strada, pur continuando a mantenere i contatti tra loro, restando legati nel condividere l’impegno di un investimento in un fondo comune per una via di fuga improvvisa, vivendo con il persistente timore di venire scoperti e che il passato torni a riscuotere il riscatto.
E sarà questo l’avvio della storia: un giorno si presenta al ristorante di Max Ventura un signore anziano, elegante e composto, accompagnato da due vigili urbani, che gli rivela di conoscere il loro passato, la loro vita, la fuga e la loro nuova identità. Minaccia di portare tutto alla luce, presentando loro prove inattaccabili, promette di rivelare i loro veri nomi facendoli uscire allo scoperto, con l’effetto immediato di riportarli in prigione. Lo strano personaggio tiene celata la sua vera identità, si farà chiamare soltanto Numero 1, ma è disposto a cancellare i loro reati e i 20 anni di latitanza se sono disposti ad accogliere la proposta di indagare su un cold case, un crimine accaduto nel 2016. I quattro si trovano così invischiati nell’investigazione sull’incendio di una palazzina in Barriera di Milano, una struttura che ospitava immigrati in cura, gestita da un’organizzazione di volontariato locale, un fatto liquidato, a suo dire, troppo velocemente dagli inquirenti come incidente colposo. Nel “fuoco” che darà il titolo al romanzo, muoiono 16 giovani, solo 3 persone si salveranno.
Torino fa da sfondo alla storia, spaziando dai quartieri della periferia – così amati da Pandiani –, alle zone più centrali e conosciute della città, mai tuttavia citata nel romanzo.
La storia si sviluppa su colpi di scena e vicende dal ritmo incalzante, condite da personaggi che pur stando sullo sfondo ne diventando elemento consistente e a volte agente catalizzatore per l’evolversi dell’indagine. Un puzzle che va via via componendosi, un calendario dell’avvento che apre finestrelle su finestrelle, fino a dipanare la matassa di elementi e rendere il quadro chiaro e nitido, con un finale a sorpresa che appaga il crescere della tensione narrativa.
La Banda Ventura è solo al primo capitolo della serie, altre nuove 5 storie ci attendono, storie che certamente, come questo romanzo, non ci faranno sentire – troppo – la nostalgia degli amati Les Italiens, con cui Pandiani si è fatto conoscere al grande pubblico di lettori.
Loredana Pilati
loredanap@vicini.to.it
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