Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Franco Peradotto: sacerdote e giornalista. Il 5 dicembre un libro per ricordarlo

Quando conobbi di persona Mons. Franco Peradotto , braccio destro del Cardinale Pellegrino in anni difficili, ero già padre di famiglia. Lui direttore della “Voce del Popolo” (autorevole settimanale diocesano) venne alla prima del mio lungometraggio di fantascienza “Memoria” che fu al cinema Agnelli di Torino nel 92′. Era una persona che ti colpiva per la sua brillante intelligenza e la sua calda accoglienza quando avevi occasione di parlargli.

Come giornalista fu un maestro per molti e per anni riferimento del giornalismo cattolico torinese.

Lunedì 5 dicembre 2016 alle ore 18 presso il Circolo della Stampa/Palazzo Ceriana Mayneri di Corso Stati Uniti, 27  sarà presentato il libro Voci della Voce «Caro don Franco. Scritti in ricordo di mons. Peradotto» delle Edizioni Mille.

Il libro raccoglie i contributi di giornalisti, redattori ed collaboratori del settimanale diocesano diretto da don Peradotto per trent’anni, pubblicati da La Voce del Popolo dal 2014 al 2015 .

Interverranno: Roberta Pellegrini – direttore dell’Associazione Stampa Subalpina , Gian Mario Ricciardi – giornalista già capo redattore Tgr Piemonte , Marco Bonatti – direttore de la Voce del Popolo dal 1995 al 2013.

Ci saranno anche i saluti di Alberto Riccadonna – Direttore de La Voce e il Tempo,  Alberto Sinigaglia – Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, Stefano Tallia – Segretario dell’Associazione Stampa Subalpina ,  Giorgio Levi –Presidente del Centro Studi sul Giornalismo Gino Pestelli e Alessandro Rosa –Direttore del Circolo della Stampa Palazzo Ceriana Mayneri.

Don Franco Peradotto è morto l’1 novembre 2010 alle 5 all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino.

Nato a Cuorgnè il 15 gennaio 1928, prete dal 1951, è stato vicario episcopale del card. Pellegrino dal 1974, vicario generale dei cardinali Ballestrero e Saldarini dal 1979 al 1991, poi provicario generale e rettore del santuario della Consolata fino al 2006, quando venne ospitato al Cottolengo di Torino, nel nuovo reparto intitolato alla Vergine Consolata e destinato ad accogliere sacerdoti e religiosi in condizioni di salute precarie.

Giornalista professionista fin dagli anni ‘60, ha lavorato per il quotidiano cattolico «L’Italia» (confluito nel 1968 in «Avvenire»); dal 1968 al 1996 è stato direttore del settimanale diocesano di Torino «La voce del popolo» e collaboratore de «il nostro tempo», «Famiglia cristiana» e numerose altre testate cattoliche e no. Con lui hanno iniziato il «mestiere» decine di giornalisti torinesi che hanno lavorato e lavorano tuttora nelle principali testate italiane. Tra i fondatori e primo presidente della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici, che attualmente raggruppa oltre 160 testate con 1,2 milioni di copie diffuse) ha «dato voce» all’informazione locale sul territorio, negli anni cruciali dell’applicazione del Concilio Vaticano II e poi nelle difficili stagioni della contestazione e del terrorismo. È stato anche tra i fondatori e gli animatori del COP (Centro di orientamento pastorale), organizzazione nazionale di collegamento, confronto, cultura impegnata a fornire idee e aggiornamenti alla pastorale parrocchiale. Nel suo impegno di prete ha privilegiato la pastorale dei laici e delle famiglie, profondamente convinto della necessità di «fare spazio», nella Chiesa, alla corresponsabilità dei laici.

È stato uno dei protagonisti della vita ecclesiale e civile torinese, grazie soprattutto all’impegno diffuso nella conoscenza del Concilio. Per anni è stato chiamato a intervenire nelle iniziative ecclesiali e laiche per far conoscere i documenti e le ispirazioni del Vaticano II, i cui lavori aveva seguito come giornalista. Durante gli episcopati dei cardinali Pellegrino e Ballestrero ha dato voce alle istanze di rinnovamento nella Chiesa torinese, sia attraverso il giornale sia con scelte pastorali attente alla promozione della dignità delle persone, dei poveri in particolare (fra i molti lavori cui ha collaborato merita ricordare un libro a più mani dedicato al card. Pellegrino, intitolato «Ha fatto strada ai poveri senza farsi strada»).

Nel 2003 è stato insignito del premio «Torinese dell’anno» e nel 2006 ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Torino. Fin dal 1991 era stato nominato protonotario apostolico di Sua Santità. Pur profondamente «torinese», ha sempre conservato forti e profondi legami con le sue «radici» cuorgnatesi e canavesane. La numerosa famiglia del fratello Cesare gli è sempre stata vicina negli anni del ministero e negli ultimi della malattia.

franco

direttore@vicini.to.it

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