Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Venezia 80: il cinema del reale

Riflettere sulla realtà e su come raccontarla è la sfida di chi fa documentari. Tra quelli presenti quest’anno (e da recuperare in sala nelle proiezioni di nicchia, sulle piattaforme o in tv) la nostra selezione comprende Le mie poesie non cambieranno il mondo, il film su Patrizia Cavalli, che ha il titolo della prima raccolta di versi dell’autrice, edita da Einaudi nel 1974. Realizzato da Annalena Benini, neo- direttrice del Salone del Libro di Torino, e da Francesco Piccolo, è la registrazione del loro incontro con la “poeta” di Todi, che parla di sé in modo volutamente autoironico, diretto, senza compiacere gli intervistatori, ma rivelandosi ugualmente carismatica e coinvolgente. L’opera denota la sensibilità  degli artefici e rende merito a LE GIORNATE DEGLI AUTORI, rassegna autonoma nata nel 2004 all’interno della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e che offre una selezione di opere di valore culturale e interessanti. A seguire segnaliamo Malqueridas della cilena Tana Gilbert (SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA), realizzato con immagini e filmati registrati in modo furtivo da alcune recluse: viene rivelata la loro intimità, il dolore per la separazione dai figli e le violenze del sistema carcerario di cui sono spesso vittime. Il progetto ideato nel 2017, a partire da uno studio delle carceri e la legislazione relativa, si è concretizzato nell’incontro con 20 detenute del penitenziario di Santiago, allo scopo di restituire loro dignità e umanità.

About last year, realizzato da Dunja Lavecchia, Beatrice Surano e Morena Terranova (SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA) presenta la realtà della ballroom culture a Torino. Sono protagoniste tre ragazze diverse tra di loro, ma accomunate dal bisogno di esprimere liberamente la propria sensualità attraverso i movimenti del corpo. Il contesto nel quale agiscono sono le house (famiglie), simbolo di  inclusività, diritti e libertà, fin dagli anni ’60 spazi fondamentali per la comunità nera e lgbtqia+.

Infine  ha emozionato il pubblico del Lido il documentario su Enzo Iannacci, Vengo anch’io di Giorgio Verdelli (FUORI CONCORSO). Su un tram verde, simbolo della “sua” Milano salgono il figlio Paolo, Francesco Vecchioni e – insieme alle voci emozionate di colleghi ed estimatori – ripercorrono le tappe della carriera  di colui che molti hanno definito “il più grande cantautore italiano”. Sicuramente il più geniale e spiazzante, a cui non sempre è stato riconosciuto ogni merito (quanti, ad esempio, sanno che è coautore di Via del campo?). Preziosi documenti d’archivio contribuiscono a restituirne la grandezza umana e artistica, anche come scopritore di talenti: aveva fiutato fin dal suo esordio il successo di Vasco Rossi, “perché da ogni parte del suo sguardo sprizzava verità”.

 

Anna SCOTTON

annas@vicini.to.it

 

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