
“Immagino che l’Europa diventerà, alla fine, una fortezza e la gente verrà uccisa da noi europei.” In parte è già come ha prefigurato la regista polacca Agnieszka Holland nel bel film The Green Border, tra i candidati al Leone d’oro. Al “confine verde” tra Bielorussia e Polonia, approdano una famiglia di profughi siriani, sfuggiti all’Isis, e un’ insegnante di inglese afghana: attraverso la successione dei capitoli narrativi si scopre la maturazione interiore di una giovane guardia di frontiera e l’azione di un gruppo di volontari, tra spontaneismo e azzardo. Girato con maestria, resa ancor più coinvolgente dall’ intenso bianco e nero, e con protagonisti la cui interpretazione sa di vero, il film racconta la sfida lanciata all’Europa da chi cerca di aiutare i migranti rischiando ogni giorno in prima persona. I rifugiati provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa che cercano di raggiungere l’Unione Europea si trovano intrappolati in una crisi geopolitica architettata cinicamente dal dittatore bielorusso Aljaksandr Lukašėnko, il quale alimenta una propaganda che promette un facile passaggio verso l’UE allo scopo di provocare l’Europa e causando migliaia di vittime.
Altro film d’impegno sociale Origen di Ava DuVernay, tratto dal libro della scrittrice afroamericana Isabel Wilkerson, vincitrice del Premio Pulitzer, che indaga sulla genesi del pregiudizio razzista. La ricerca dell’autrice che si interroga sulla complessità della questione parte dalla scoperta che gli avvocati del Reich, studiando il metodo segregazione dei neri americani, erano giunti alla creazione con il nazismo di un sistema di “caste”, analogo anche a quello della società indiana.
Le ricerche della Wilkerson approdano a un saggio che stabilisce un parallelismo tra i neri americani, gli ebrei e i dalit dell’India, termine che significa “oppressi“, o “intoccabili”, perché per tradizione relegati ad attività considerate impure, come la manipolazione di cadaveri o le pulizie. Questa tesi sposta l’attenzione dal tema del colore della pelle al ruolo e alla soggezione sociale, rivelando come la razza sia solo “lo strumento principale e l’esca visibile”, che rivela quali gruppi detengono il potere e quali no.
La forza morale del cinema nello sguardo femminile, a conferma della presenza significativa a Venezia 80 delle cineaste (dei 4061 progetti artistici pervenuti, uno su tre ha visto una donna dietro la macchina da presa). Entrambi i titoli segnalati sono da non perdere, quando arriveranno nelle nostre sale.
Anna Scotton
annas@vicini.to.it
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