Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Una bomba chiamata paura

Quello che è successo il 3 giugno sera in Piazza San Carlo nella nostra città di Torino prescinde da un pericolo reale: un attentato, un fatto criminoso, un incidente naturale disastroso.

A meno di eclatanti aggiornamenti la bomba è esplosa nella testa delle migliaia di persone che erano lì a godersi la partita : una bomba chiamata paura.

Una paura sedimentata nei pensieri delle persone che si è accumulata in tutti questi anni, mesi , giorni.

Londra nella stessa giornata è stata di nuovo protagonista di questa paura “LONDRA si ritrova ancora nell’incubo: a poco più di due mesi dall’assalto a Westminster, un attacco terroristico ha di nuovo colpito e ucciso nel cuore della metropoli. Alle 22:08 – le 23:08 in Italia – un veicolo è piombato sul London Bridge virando per travolgere alcuni passanti. Subito dopo si è scatenata la caccia gli attentatori che, secondo quanto ricostruito da Scotland Yard, erano tre. Brandivano lunghi coltelli da cucina e avevano attorno al corpo cinture esplosive che si sono rivelate false. “Questo è per Allah”, avrebbero gridato secondo quanto riferito dalla Bbc.

Sembrano cose lontane che non ci toccano da vicino , poi bastano due grida per una ringhiera che cede, uno o due petardi esplosi da “deficienti” , il muoversi improvviso delle file di persone e i feriti diventano centinaia.

Difficile non farsi travolgere dalla paura, ancora più difficile non farsi travolgere fisicamente dentro una folla che scappa.

Eppure la paura non ha portato mai nulla di buono: stravolge la realtà, non fa comprendere cosa sta succedendo, è usata da chi si fa saltare in aria come vera arma letale, è usata da chi vuole ottenere un sistema sociale diverso per dar ragione alle proprie idee, è usata dai prepotenti tutti i giorni nei rapporti umani.

Cedere alla paura è istintivo, non cedere alla paura è umano.

franco

direttore@vicini.to.it

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