Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

SalTo 2024: Il movimento del giornalismo costruttivo

Nel corso della tavola rotonda organizzata venerdì 10 maggio, Raphael Zanotti – che dirige l’edizione digitale de La Stampa di Torino – ricorda come il giornalismo  abbia tra le sue funzioni trasmettere conoscenza e consapevolezza per rendere le democrazia più forti e sane. Internet ha favorito la diffusione  di notizie non attendibili o distorte e tale disordine informativo ha penalizzato il giornalismo dal punto di vista economico e di credibilità, tanto che a livello mondiale 4 persone su 10 non si fidano delle fonti d’informazione.

Mentre gli algoritmi spingono verso un’informazione dai titoli ad effetto, in controtendenza dal 2013 a partire dagli Usa e dalla Danimarca e per poi diffondersi anche nel resto del mondo, si afferma un giornalismo che punta a non  presentare solo i problemi,  ma anche a indicare uno spiraglio di soluzioni. Nel parla in video collegamento Tina Rosemberg, uno dei fondatori  del Solutions Journalism Network o giornalismo costruttivo che si è posto l’obiettivo di contrastare l’idea falsata che tutto vada male: ad esempio nel caso dell’epidemia dell’Ebola del 2014 si è seguito un approccio diverso, soffermandosi sulle prospettive di miglioramento offerte dalle cure e dai vaccini. Secondo i dati forniti dal Reuters Institute  le persone sono esauste dalla sovrabbondanza di notizie negative e smettono di informarsi, prive di speranza. Per indurre nuovo interesse bisogna combattere l’allarmismo dominante.

Sia il Daily Maverick, testata giornalistica online  sudafricana, sia il Pioneers Post, la rete di notizie indipendente che copre il mondo delle imprese sociali, di imprenditori che gestiscono sfide del presente come quelle poste dalla sostenibilità ambientale (indicando soluzioni quali parchi eolici, gestione edilizia verde, dialogo con le associazioni ambientaliste…) sono esempi di giornalismo d’impatto, che si pongono l’obiettivo  di proteggere la democrazia e aiutare le persone ad affrontare la vita.

Anche Mario Calabresi osserva che i numerosi titoli di cronaca nera fanno credere che viviamo in un Paese molto pericoloso, mentre in Italia c’è  la metà degli omicidi di 25 anni fa. Impegnato per un  giornalismo innovativo e tra i fondatori nel 2020 di  Chora media, si richiama alla  rottura del patto di fiducia tra giornali e pubblico denunciato da più parti.  Pertanto occorre sperimentare forme di comunicazione diverse: ad esempio i  podcast, nascono dall’osservazione che  nella nostra operatività forsennata con lo smartphone,  l’ attenzione è continuamente rotta, il senso della vista è distratto. Invece l’udito è un senso  meno affollato di stimoli, pertanto l’informazione che passa dai podcast può indurre una migliore conoscenza  e riflessione sulle notizie fornite.

 

Anna SCOTTON

annas@vicini.to.it

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