Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

“Le ultime cose”: il film di Irene Dionisio nelle sale

“Torino, Banco dei pegni. Una moltitudine dolceamara impegna i propri averi, in attesa del riscatto o dell’asta finale. Tra i mille volti che raccontano l’inventario umano del nostro tempo, tre storie s’intrecciano sulla sottile linea del debito morale.
Sandra, giovane trans, è appena tornata in città nel tentativo di sfuggire al passato e ad un amore finito. Stefano, assunto da poco, si scontra con la dura realtà lavorativa e assiste ai miseri maneggi nel retroscena del Banco. Michele, pensionato, per ripagare un debito si ritrova invischiato nel traffico dei pegni.
Un racconto corale sullo stare nel mondo al tempo della grande diseguaglianza.”LE ULTIME COSE - manifesto

Questa la trama dell’opera prima di Irene Dionisio, regista torinese che racconta così l’origine del suo film: “Le ultime cose nasce dall’esigenza di raccontare in maniera “laterale” la crisi: dal punto di vista non soltanto di chi la subisce, ma di chi la infligge attraverso un sistema legalizzato. Il banco dei pegni racconta in un solo luogo, attraverso il percorso degli oggetti e una moltitudine di storie, le dinamiche del capitalismo di oggi, di una società fondata sullo scontro nuovo ed epocale tra debitore e creditore.
Il banco dei pegni è il luogo in cui questo scontro si “materializza”. Un luogo che brulica di vite vissute, volti, storie, all’interno del quale l’essere umano sembra spogliato delle sue sembianze naturali: fragile, piccolo, impotente di fronte ad una rete organizzata e possente, senza nome né possibilità di essere interpellata.”

La regista ha al suo attivo una  produzione artistica che include videoinstallazioni e documentari, fra cui “Sponde. Nel sicuro sole del nord (2015)” e “La fabbrica è piena. Tragicommedia in otto atti (2011)” e vince nel 2012 il Premio Solinas miglior documentario per il cinema.

L’autrice parla così dei suoi attori , con entusiasmo: “Il casting del film è stato molto lungo. Per i ruoli principali ho scelto attori che portassero nel film un percorso irregolare, fuori da un immaginario per così dire mainstream: Roberto De Francesco è un attore magnifico, così come magnifico è stato il suo lavoro sull’accento veneto del personaggio di Sergio; Fabrizio Falco ha dato a Stefano un suo personale spessore, tanto più importante perché si tratta del ruolo forse più complesso, il mio sguardo sul banco; di Christina Andrea Rosamilia, al suo debutto, mi hanno colpito l’aspetto – diafano, puro, androgino – e l’apertura e l’impegno con cui ha incarnato il personaggio di Sandra; Alfonso Santagata, che interpreta Michele, è un grande attore che, dopo molti ruoli da malavitoso, qui si misura con un uomo di poche parole, passivo e perdente, dandone però una lettura che non esclude in alcuni momenti un aspetto anche gioioso. Ma accanto a questi protagonisti mi piace ricordare anche altri due interpreti magnifici come Salvatore Cantalupo e Anna Ferruzzo.”

Irene Dionisio sul set
Irene Dionisio sul set

Presentato alla 31^Settimana Internazionale della Critica al Festival di Venezia, il film sarà proiettato in anteprima il 28 settembre nella multisala Fratelli Marx di Corso Belgio e dal 29 proseguiranno le proiezioni nella stessa sala

franco

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