Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

 

Maturità si o maturità no?

Anche quest’anno la bestia nera si sta avvicinando e a pochi mesi dall’esame di Stato i maturandi non sanno ancora bene di che morte dovranno morire.

A fare un po’ di luce sulla questione, arriva la notizia che il ministro dell’Istruzione Marco Busseti ha da poco preannunciato le date nazionali in cui verranno pubblicate le simulazione delle due prove scritte superstiti: la prima prova e la seconda prova.

La simulazione di prima prova si svolgerà il 19 Febbraio e il 26 Marzo; la simulazione di seconda prova sarà il 28 Febbraio e il 2 Aprile.
Ma cosa cosa è veramente cambiato rispetto alla solita maturità nell’immenso polverone di notizie false e non che si è sollevato intorno alla questione? E come mai per ogni studente che incontri si ascoltano critiche alla nuova maturità?

Per prima cosa occorre chiarire in che modo gli studenti arriveranno alla vigilia della prima prova: cambia il punteggio dedicato al credito scolastico; gli anni scorsi nell’arco del triennio si poteva arrivare a totalizzare massimo 25 punti, quest’anno fino a 40 ( 12 il terzo anno, 13 il quarto anno, 15 il quinto anno).

Il cavallo di ritorno delle Prove nazionali Invalsi (di italiano, matematica e inglese), mai viste di buon occhio dagli studenti, è prerequisito obbligatorio per l’ammissione all’esame, ma di fatto non incide sul voto finale; l’esito di queste avrà una specifica sezione all’interno del “curriculum dello studente” e basta.

Per quanto riguarda l’esame di Stato vero e proprio, ci sono notevoli cambiamenti che riguardano sia le prove scritte che il colloquio orale: come accennato precedentemente le prove scritte da tre, diventeranno due; ad essere abolita è la temutissima terza prova comunemente chiamata “Quizzone”. Fin qui gli studenti potrebbero anche tirare un sospiro di sollievo, peccato che la riforma della prima e seconda prova non permetta di rilassarsi poi molto; la prima prova passerà da 4 a 3 tipologie con un totale di 7 tracce: 2 tracce di analisi del testo, 3 tracce di testo argomentativo, 2 tracce per il tema di attualità. Viene tagliato fuori il saggio breve, tipologia sulla quale, almeno nei licei, ci si concentra quasi esclusivamente nell’arco del triennio.

Ciò che spaventa di più delle modifiche apportate però, è il nuovo volto della seconda prova. Come è logico continuerà ad essere il discrimine più importante tra la maturità di un indirizzo piuttosto che di un altro, nonché di peso considerevole nella valutazione finale. Per la seconda prova si parla di “prova mista” che, per intenderci, consisterebbe in una traduzione di latino e una di greco correlata di tre quesiti sull’interpretazione del testo per il liceo classico , una prova mista matematica e fisica per quello scientifico e una di francese e di inglese per il linguistico.

Per quanto riguarda il colloquio orale, è stata abolita la tesina, ancora di salvezza per molti studenti, ed è forse la prova sulla quale si hanno più dubbi, difficile infatti indire una simulazione nazionale come per le prove scritte. Il problema più grande è che i candidati, differentemente dagli anni scorsi, non avranno idea di ciò che gli verrà chiesto all’orale: per quello che ci è stato detto da vari studenti, dovrebbero essere sottoposte a ogni maturando tre buste contenenti un argomento trattato durante l’anno scolastico, il candidato dovrà sceglierne una e partendo dalla spiegazione dell’argomento contenuto in essa, fare collegamenti con altre materie del proprio indirizzo di studio; inoltre dovrebbe essere richiesta una breve relazione orale sull’esperienza di alternanza scuola lavoro già inutilmente iniziata dai maturandi dell’anno scorso a cui non è stato chiesto all’esame alcun riscontro del percorso fatto e per i quali le ore di alternanza richieste per legge alla fine, diversamente da quello che era stato detto, non erano prerequisito obbligatorio per accedere all’esame.
Il punteggio complessivo resterà comunque in centesimi ma verranno distribuiti diversamente i punti: le due prove scritte saranno in ventesimi (gli altri anni erano in quindicesimi) come anche il colloquio orale (calcolato gli anni scorsi in trentesimi più cinque punti bonus) da sommare ai crediti accumulati nel triennio.

Dalla sua prima comparsa sotto il ministro Giovanni Gentile nel 1923 l’esame di Stato ha subito numerosi cambiamenti che hanno interessato ogni suo aspetto: dal numero di membri esterni o interni, alla votazione in sessantesimi piuttosto che in centesimi e così via, ogni volta si è cercato di adattarsi alle esigenze del momento, ma quali sono quelle attuali? Richiede troppa concentrazione e organizzazione una terza prova nella quale in poco tempo si deve rispondere a domande di materie diverse senza avere alcuna anticipazione in merito? Oppure si vuol dar più peso a quello che lo studente ha dimostrato di saper fare durante il percorso scolastico incrementando il punteggio dei crediti? Ma se la nuova maturità da un lato punta a dare più chance di buona riuscita e concentrarsi sul percorso scolastico complessivo dello studente, dall’altra con il nuovo colloquio orale lascia i maturandi in balia del caso, sperando che nelle fatidiche buste ci sia un argomento su cui sono particolarmente ferrati che gli permetta di portare a casa un bel 20.

Chiara
chiaral@vicini.to.it

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


*